lunedì 11 novembre 2013

La privacy in rete, per multare le vittime

C’è  una Polizia Postale, e c’è anche unì’Autorità per la Privacy, costosa. Ma non c’è riservatezza nella rete: chiunque può sapere tutto di chiunque. Anonymous scorazza liberamente per tutti i siti che vuole, non c’è protezione. Cioè c’è, per gli enti pubblici anche certificata, ma non tiene. Né c’è repressione: la Polizia Postale non ha messo a segno mai un successo contro un qualsiasi hacker. Solo per restare agli ultimi mesi, sono stati visitati liberamente i siti dell’Interno, della Difesa, e della Polizia. Che si penserebbero i più protetti. Oltre a quelli  del Vaticano, di Equitalia, dell’Enel, del ministero dell’Istruzione, e di ogni altra bestia nera degli irriducibili – no tav, black bloc, centro sociali, ecc. on un po’ di spasso da ultimo: Anonbymous soprattutto bersaglia il presidente della Regione Calabria, Scopelliti.
Cioè, le autorità di controllo ci sono. Ma per multare chi si fa visitare da Anonymous, per la vulnerabilità del proprio sistema di protezione.  Sempre Scopelliti è stato multato sette mesi fa dall’Autorità per la Privacy: 120 mila euro – lo stipendio di un consigliere dell’Autorità.

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