Autore e pièce dimenticati, che avviarono il
teatro dell’assurdo e tennero banco a Parigi per decenni, seppure in una sala
piccola – ma “La cantatrice” è un monologo. Ne parla giusto Nuccio Ordine, cui
viene a proposito per “L’utilità dell’inutile”.
Il teatro
dell’assurdo riporta alla rilettura in automatico a Hemingway, “Il vecchio e il
mare”, e alla sua maestra, Gertrude Stein: l’effetto straniante (polimorfo)
della ripetizione, della parola ripetuta – basta poco per rompere il contesto
(abitudine, luogo comune).
Eugène
Ionesco, La cantatrice calva
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