sabato 23 novembre 2013

La Sicilia delle zie

Una rete familiare avunculare complicata, intricata, e mai interessante. Le nonne e bisnonne, le zie e prozie sono tante che Proust diventa amabile. Con la stessa alacrità con cui s’era costruita, Simonetta Agnello si distrugge – è il secondo libro che si vende subito a sconto. Come se volesse “fare la Siciliana”, una caricatura di se stessa.
Una caricatura anche, involontaria, dell’essere Siciliano (Palermitano). Un punto interrogativo aprendo al lettore che vi si avventura. I Siciliani amano dichiarare, naturalmente nell’isola, infanzie felici, adolescenze, prime giovinezze, irripetibili. Da cui cancellano curiosamente la pratica religiosa, le messe, i battesimi, le cresime, con gli inevitabili padrinati, che tanto contano. Prima di avventurarsi nel Continente. E famiglie, cuginanze, amicizie sempre gratificanti – spiritose se brutte, simpatiche se stupide e torpide, etc.. Da qualche tempo ce le hanno anche le Siciliane, inevitabilmente principesse o adiacenti..Poi non si sa. Cioè si sa: se ne sono tutti andati via e se ne tengono lontani, ma si prodigano a pagare tributi all’isola, rappresentandola appunto nella memoria felice. Tutto sommato “villoniani”, pregiatori delle dames jadis e delle neiges d’antan  - in Sicilia si direbbe dei mari, dei monti (qui siamo pieni del monte Pellegrino, non a torto). Le conversazioni ai funerali, dove pure convengono parenti e amici, in dialetto, sono rimaste invece agghiaccianti di aridità, di avidità, in famiglie piene di magagne. Solo una mezza paginetta, ma basta. A manifestare anche l’altra natura, “naturale”, del dialetto: una forma espressiva sprovvista di guardie, chiuse e censure. E la natura infine inevitabilmente sordida del privato, il familistico, malgrado le nostalgie e le ri-creazioni.
Il genere “Downton Abbey”, “Gosford Park”, scusabile. E poi, sulla Sicilia alla Villon bisogna tornarci su: sono uguali anche le cadenze, oltre che le tematiche, e le (piccole, simpatiche – up to a point)) sbruffonerie.
Simonetta Agnello Hornby, Via XX Settembre, Feltrinelli, pp. 240 € 18

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