mercoledì 20 novembre 2013

Meglio zoppa che fuori?

E ora, Cancellieri? non potrà più fare il ministro. Quello che Letta e Napolitano presentano come un consolidamento del governo, con le mancate dimissioni del ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri,
azzopperà il governo stesso in uno dei suoi piani fondamentali – sulla carta: il riordino della giustizia stessa. Il ministro  resta ostaggio dei giudici che doveva riformare.
Sulle finalità dei giudici, torinesi e romani, compresi i consiglieri del ministero, non c’è dubbio: tutto è stato calendarizzato per indebolire il ministro – non colpevole ma, eccetera. Quello che non si capisce, in questa evidenza, è il senso dell’arrocco di Letta e Napolitano. Forse non volevano essi stessi la riforma della giustizia? Sarebbe bastato che rinnovassero la fiducia in Cancellieri, e ne accettassero le dimissioni, anche in omaggio alla sua dirittura morale.
Anche sul piano personale, il bel gesto delle dimissioni, dopo la professione d’innocenza a cui tutti credono, avrebbe dato lustro e spessore politico a Anna Maria Cancellieri – che era papabile per il Quirinale, si ricorderà.

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