Un filosofo
per tutti. Non si arresta la premiata fabbrica Nietzsche, che Colli e Montinari
hanno messo in moto con l’edizione critica. Una Nietzsche mania, per studiosi e
profani, ora dilagante anche in Germania, che pure era riottosa, specie a
fronte degli entusiasmi italiani e francesi – un Nietzsche filosofo “latino”?
c’è da pensarci, specie ora che la Germania agita la questione “i latini e
noi”.
L’inchiesta di
Ferraro e Fornari, con contributi di Giuliano Campioni, Courtine e altri
studiosi, è una riproposta, meno apodittica in omaggio al tempo della crisi,
della vecchia formula editoriale “cosa ha veramente detto”. Che se ne ricava? Quello che aveva detto
Deleuze proprio mentre Colli e Montinari avviavano l’edizione critica,
cinquant’anni fa: a ogni generazione avremo un nuovo Nietzsche. Quello di oggi
non è più il “ribelle aristocratico”, come lo voleva Losurdo dieci anni fa. Su
questo Campioni è incontestabile: “Una caricatura che ci riporta a un Nietzsche
totus politicus assolutamente
improponibile: i testi non permettono questa lettura” – come non permettevano,
intende, l’altra lettura del totus
politicus, nazistoide. Oggi Nietzsche è quello che era, libertario,
anarchico, destrutturante. E una lettura per tutti perché, spiega sempre
Camponi, “ha esercitato e trovata la filosofia, come dice Foucault, lì dove la
filosofia non c’era: nel quotidiano, nell’opera d’arte, nel gesto, nella
divisione del tempo, nella giornata, nella musica….”.
In attesa di
proclamarlo un grande scrittore (affabulatore). E l’innovatore (semplificatore)
dopo Lutero della prosa tedesca.
Chi ha veramente letto Nietzsche?, a cura di G.Ferraro e M.C. Fornari, “Il Ponte”agosto-sett. 2013, pp.
148 € 15
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