giovedì 7 novembre 2013

Ruby ce ne aveva liberati ma rieccolo, il fascismo

Era un po’ di tempo che non se ne sentiva parlare, Ruby ce ne aveva liberato. Sembrava finito e invece è bastato un accenno agli ebrei sotto Hitler èd è subito riemerso: il fascismo. Di cui non si sa se Berlusconi è portatore o profittatore (dell’abominio del fascismo), ma insomma, rieccolo.
Giacomo Noventa immagina, “Caffè Greco”, intellettuali e politici riuniti al Caffè Greco a Roma per votare “ill primo articolo dello Statuto della nascente Confederazione italiana”. Immaginava, nel 1946: “A decorrere dal 1° gennaio dell’anno Duemila, nessun uomo o partito politico o movimento affine potrà dichiararsi irresponsabile dei propri errori” – il tesseramento del Pd per esempio - “né pretendere a una diminuzione del biasimo pubblico, allegando che c’è stato il fascismo”.
Non sta bene evocare nella Seconda Repubblica, o è la Terza?, un socialista. Per giunta saragattiano. Ma sono passati già tredici anni dal Duemila. E dal 1946, cosa è cambiato?
Si capisce la voglia di scandalo, ma il fascismo? Qui oggi “si allega” non che c’è stato, ma che c’è il fascismo.
Veramente vogliamo fare di Mussolini il metro e il termometro della storia italiana e delle nostre modeste vite?
E perché impoverire la retorica? Berlusconi è più abile. Altroché!

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