Roma blindata giovedì 12: blindata è
parola usata, ma è quello che si vedeva. Tutti i ponti, gli incroci e gli
edifici pubblici sono stati iperprotetti dal primo mattino alle nove-dieci di
notte, con schieramento di forze allargato a tutti gli allievi di tutte le
accademie sottufficiali e agenti di tute le armi. Compreso l’esercito. E un
elicottero in costante controlo dall’alto. La mezza città occidentale bloccata,
con deviazione di km. e trasporti
pubblici dismessi. Mentre il ministro
dell’Interno Alfano alla Camera prospettava “una deriva ribellistica,
indirizzata in modo generico contro le istituzioni nazionali ed europee” –
poche ore dopo avere offerto al Pm del processo Stato-Mafia un carro armato per
proteggersi. Tutto questo a fronte di
poche decine di manifestanti. Quasi tutti fascisti, professi, da tempo conosciuti.
Anche all’università, dove si è voluto parlare di bombe carta e non di botti –
i botti prefestivi che già affliggono Roma.
Questi Forconi agitano i Tir come quando, in Cile, si preparava Pinochet. Ma lo schieramento è esagerato. Denuncia
un’incapacità informativa della tante polizie, compresi i servizi segreti
d’informazione. E alla fine si sarà risolto in un gigantesco straordinario pagato, per orario
di servizio doppio per ognuno dei soprastanti. In piedi, certo, dodici,
quattordici e sedici ore, a raccontarsi interminabili barzellette. Una giornata
di riposo pagata agli autoferrotranvieri. Un esito che può non essere casuale,
la Repubblica purtroppo si governa con l’immoralità, anche se di briciole. Ma
c’era l’attesa e quasi l’auspicio di qualcosa che succedesse, il giorno della
memoria di piazza Fontana. Non c’è ancora la nuova Dc ma c’è già il vezzo di
farsi governare dalla forza maggiore?
Nessun commento:
Posta un commento