giovedì 12 dicembre 2013

Canto d’amore cortese per Pound

“Allora, sono pazza io, o lui?” Lui è Ezra Pound, io è H.D., Hilda Doolittle, donna bella, inquieta e vorace di corpi, che Pound trasse alla poesia. Una musa che c’è e non c’è nelle vite di Pound, ma lei sa di esserci sempre. Alla fine, la fine di entrambi, lui di 73 lei di 71 anni, in trattamento in una clinica svizzera, uno dei suoi tanti per motivi psichiatrici dopo varie psicoanalisi, H.D. rimemora su consiglio dello strizzacervelli il suo primo amore, col coetaneo, concittadino e compagno di scuola Ezra Pound, già allora geniale e balzano. Un ricordo psicoanalitico, per associazioni, “randomantico” si direbbe, apparentemente casuale, per immagini emergenti a caso. Amorevole, anche indulgente, ma senza essere affettato, che attrasse molto Pound, cui Hilda lo mandò in lettura, propiziandone una serie di lettere, ultime lettere, che fecero la primizia di questa raccolta alla sua prima edizione vent’anni fa.
Il volume, curato da Massimo Bagigalupo con un’introduzione e un apparato bibliografico e di note esplicative che sono una lettura in se stesse, comprende anche un articolo di David Rattray, “Weekend con Ezra Pound”, nel manicomio di St. Elizabeth a Washington, pubblicato su “The Nation” nel 1957, alla vigilia della liberazione del poeta. Con un corredo di foto molto significative di Ezra e Hilda. Le lettere, a commento della memoria di Hilda, sono quello che dice Bagigalupo, “di un’intimità e lucidità insolita per Pound”. E “un  documento altamente drammatico, in cui il poeta registra a caldo l’ultima e definitiva crisi della propria capacità di pensare e creare”. Dopo, tacerà.
Nella compilazione originale, New Directions, 1979, ancora in commercio (“end to torment”. A memoir of Ezra Pound by H.D.”, $ 9,50) si può leggere anche lo “Hilda’s Book”, le composizioni di Pound per Hilda, 1905-1907, con titoli mistilingui, in inglese, latino, italiano, francese, di sentito “cortese”. Cinque delle venti poesie del quaderno sono state riprese, con varianti, nelle prime pubblicazioni di Poud. Martin King, il curatore dell’edizione 1979, aveva trovato molte poesie a Hilda ancora non pubblicate: “Le poesie dell’«Hilda’s Book», e altre del «San Trovaso Notebook», sono tra molte poesie giovanili indirizzate a Hilda (come «Ys-hilda» o «Ysolt»), che restano inedite e sono ora negli Archivi Pound a Yale”.
La reviviscenza è casuale: “ll dottor Erich Heydt mi ha iniettato Ezra, infilzandomi la siringa nel braccio. «Conosce Ezra Pound, vero?». Fu quasi cinque anni fa. C’è voluto molto tempo perché il virus o l’antivirus facesse effetto”. H.D. è il nome d’autore che Pound diede a Hilda doolittle alcuni anni dopo i fatti, a Londra, dove lei era sposa del poeta Richard Aldington, nel mentre che, fattivo e decisionista come sempre, riaggiustava e imponeva i primi versi di lei, “H.D, Imagiste”, a Londra e negli Usa su “Blast”, “Poetry” e altre prestigiose riviste. Non un gran nome, ma lei se lo terrà per sempre.
S’incontrarono che lei aveva 15 anni, lui 17. Fino ai 21 anni di lui, quando Ezra partì per l’Europa, dopo un episodio boccaccesco di cui si ritenne vittima al liceo dove faceva le supplenze. Fu un vero fidanzamento, con le famiglie, le visite reciproche, i progetti. Benché non voluto dalla famiglia di lei. Suo padre brucerà, per “sollevarla”, le lettere che Pound le scriverà dall’Europa, e il rapporto s’interromperà. Hilda dimentica Ezra, accompagnandosi anch’essa in Europa con Frances Gregg, una giovane madre, e poi con vari uomini, mariti e non – con uno di questi, il musicista Cecil Gray, fece anche una figlia, una shakespeariana Perdita,  mentre era sposata con Aldington. Ezra  non ne fece una malattia.
Is-Hilda
Al college e nel successivo fidanzamento le aveva fatto conoscere e amare la musica, la poesia, il teatro. Molti vezzeggiativi inventando, “lince”, “Circe”,  “Is-Hilda” (per Isotta). Sommergendola sotto “una valanga” di letture, a partire dalla già amatissima poesia cortese provenzale - con Dante Gabriel Rossetti, non ancora il Dante di cui si vorrà reincarnazione. Per lei scrisse poesie che poi raccolse in un albo prezioso con copertina in pelle, “Hilda’s Book”, che una delle amanti di Hilda, voracemente promiscua fino in tarda età, o il figlio di una delle amanti, o uno dei suoi curatori editoriali poi si vendette all’asta. Un rapporto fervoroso, che rimarrà costante attraverso i matrimoni e le infatuazioni dell’una e dell’altro – che Hilda rende a suo modo sempre nella tipologia del’amore cortese, tra ammirazione e devozione..
Il primo amore resta a Hilda misterioso - “attraverso quale miracolo si consuma il mariage du ciel et la terre?” - ma indelebile. Anche H.D., per quanto molto etablished, convivente infine a vita di una delle più ricche ereditiere svizzere, Winifred Ellerman detta “Bryher”, voleva essere folle. Un legame ininterrompibile che Pound condivise, scrive Hilda, con molti altri: “Consciamente o inconsciamente, sembra che siamo stati incatenati con lui, intimamente legati a lui e al suo destino”. Alle sue follie, cioè, mitologiche, esegetiche (Pound è un pozzo di scienza), linguistiche, sempre entro orizzonti progettuali sconfinati - con una sola, comune, riserva: sul fascismo e l’antisemitismo.
H.(ilda) D.)oolittle), Fine al tormento. Ricordando Ezra Pound. Con lettere a H. D. e «Il libro di Hilda» di Ezra Pound, Archinto, pp.253 € 20

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