La
scrittrice, avvocato di professione, ha inaugurato nel 1979 a Londra con Marcia
Levy, a Brixton, quartiere di caraibici e mussulmani, il primo studio legale
specializzato in violenze domestiche. Ma
può iniziare la sua narrazione partendo dalla fine. Dall’insieme di istituzioni
e procedure che Patricia Scotland, avvocato di tribunale specializzato negli
stessi casi, sua collaboratrice in gioventù, poi Pari d’Inghilterra e ministro della
Giustizia, ha introdotto una dozzina d’anni fa – prima donna nera, cattolica
per di più, nobilitata e cooptata al governo a Londra. Con risultati immediati,
se i femminicidi nella sola Londra sono scesi da 50 a 5 l’anno.
Niente di eccezionale,
ma una burocrazia capace, con regole semplificate, per interventi coordinati e
mirati, rapidi il necessario, anche nell’arco di 24 ore per i casi
urgentissimi. Senza aggravi per la spesa pubblica, e anzi con risparmi di spesa.
Opera di una donna sempre elegante, curata, instancabile, assicura Simonetta
Agnello, “prima donna nera” ovunque, in Cassazione, alla Camera dei Lord e al
consiglio dei Ministri - ma dopo una carriera di lavoro e non prima, come
funzionaria di partito designata a fare carriera a titolo di quote rosa,
rottamazione, vedettariato e altre infamie.
La futura
baronessa Scotland aveva iniziato con la ricerca dei dati: “Il costo sociale
della violenza domestica per la nazione si aggirava intorno ai 23 miliardi di
sterline annui; ne erano vittime 750 mila bambini e, nel corso della loro vita,
1 donna su 4 e 1 uomo su 6”. Con effetti anche a lunga scadenza: un altro
studio voluto da Patricia Scotland spiega che la maggior parte dei detenuti
vegono da famiglie violente o sono vittime di violenza domestica. La violenza,
oggi concentrata sui femminicidi, parte da lontano, dai soprusi sui figli, nei
quartieri popolari e anche in quelli dabbene: molte volte il violento è un
disadattato, “violentato” nell’infanzia.
Poi
comincia l’esposizione di Marina Calloni sui casi italiani: una serie di violenze
e niente altro. A parte lo sdegno.
Simonetta
Agnello Hornby, con Marina Calloni, Il
male che si deve raccontare, Feltrinelli, pp. 191 €9
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