Banca Intesa ha già predisposto le
procedure per traslare la Tobin Tax ai cassettisti. Ha anche mandato agli stessi
un preavviso: “Dal 13 febbraio si paga”.
La Robin Tax sulle imprese del settore energia
è pagata per intero nelle bollette della luce e del gas. Benché la legge dica
che la Robin Tax non va traslata al consumatore – il legislatore non ha letto
Manzoni, non sa delle leggi-grida.
Si paga un’imposta di bollo mensile per tenere aperto un conto in banca. Che però è ora obbligatorio. Anche se in sette casi su dieci serve a farsi pagare lo stipendio - una “tassa sul macinato”.
In numerosi uffici postali – a Roma al Trullo,
per esempio, e ad Acilia – i pensionati lasciano alle Poste dieci euro quando
ritirano la pensione, benché (solitamente) modesta. Servono per farsi liquidare
ogni mese senza rogne.
I 10 euro all’impiegato postale si
chiamano il “caffè”. Il “pranzo”, 100 euro, e la “cena”, 50, sono necessari, sempre
a Roma, per accelerare la fornitura di un servizio: una linea telefonica (la
pratica qui va in desuetudine), l’allaccio all’elettricità, al gas, il cambio
di potenza.
La fila alle Poste spesso s’interrompe
perché l’impiegato va avanti per i fatti suoi, a maneggiare bollettini e
missive. Succede qualche tempo dopo che qualcuno, senza fare la coda, si è
avvicinato allo stesso sportello per lasciarvi pacchi di bollettini o missive.
Per un “caffè”?
Non converrebbe alle Poste privatizzare il
trattamento preferenziale, a un euro in meno per esempio del prezzo del
“caffè”?
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