domenica 29 dicembre 2013

I paradisi fiscali sono tra noi – grazie Angela

Il 2013 è finisce con l’Ue che ancora una volta si dimentica, malgrado reiterati impegni solenni, la lotta all’evasione fiscale. All’evasione legale, che è quella che fa la vera evasione fiscale.
Santa Lucia, Panama e altre terre lavitoliane sono voci esotiche atte a mascherare, al più, l’acquisto di una villetta con spiaggia privata e personale di servizio a basso costo – la vita è dura ai Caraibi, tra umidità, tifoni, mosquitoes. I paradisi fiscali sono tra noi, a Monaco e al Lussemburgo, e in Olanda, Liechtenstein, Gran Bretagna, Irlanda, perfino in Austria fino a un paio d’ani fa, quando le Autorità chiudevano gli occhi, e in Svizzera naturalmente. Ma la Germania non vuole chiuderli. Dopo aver chiuso i suoi.
Un approccio europeo è necessario alla buona gestione del fisco, per evitare che le diverse aliquote nazionali diventino fattori di concorrenza. E per dare impatto alla lotta ai paradisi fiscali. Molti passi furono fatti avanti in entrambe le direzioni fino al 2009, quando Angela Merkel è tornata al governo senza i socialisti e coi liberali. Da allora una direttiva europea sui paradisi fiscali che avrebbe chiuso di fatto l’era del segreto bancario, in Olanda, Austria, Liechtenstein, Irlanda, Cipro, Malta, Gran Bretagna, è stata ritardata di semestre in semestre. Da ultimo il 22 maggio 2013 a “prima della fine dell’anno”, che ora si conclude senza direttiva. Contrari i paesi citati, ma i rinvii sono diventati norma per il patrocinio di Berlino.
Allo stesso fine, per bloccare la politica comune in tema di evasione fiscale, Angela Merkel ha concluso il 9 agosto 2011 un accordo con la Svizzera. Indipendentemente dalla commissione di Bruxelles e contro il suo parere. Garantendo alla Svizzera la riservatezza dei conti, e quindi l’anonimato dei capitali tedeschi nelle banche svizzere. In cambio di una cedolare secca – del 26,4 per cento - sugli interessi o le plusvalenze realizzate dai capitali tedeschi. Dando credito alla buona fede delle stesse banche svizzere.
L’accordo è stato bloccato a fine 2012 dal Bundesrat, la camera alta tedesca, dove l’opposizione era in maggioranza. Ma è stata oggetto di trattativa con una parte dell’opposizione, i socialdemocratici, per il varo del nuovo governo di centro-sinistra, che ha già messo all’attivo 2014 gli introiti previsti dall’accordo. era oggetto nell’estate 2013 di incontri del ministro delle Finanze Schäuble con i socialisti. La Merkel di centro-destra aveva già peraltro intese bilaterali analoghe, queste operative, con alcuni paesi Ue: con Londra per una cedo-lare del 27 per cento, con l’Austria del 25 per cento.

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