Alimentazione – Peggiora con
la scienza, alimentare e medica. Si passa di decade in decade, di generazione
in generazione, dal niente acqua a due litri di acqua al giorno, sempre
perentoriamente, per leggi fisico-biologiche poi rovesciate – tornerà l’acqua
con giudizio? Dal tutto latte, bevete latte il latte fa bene, al poco latte.
Dal tutto carne alle proteine vegetali. Dal niente zucchero, solo saccarina, al
niente saccarina. E la pastina glutinata, tanto raccomandata, che tanti bambini
ha condannato al rachitismo? E i conservanti, i glutammati, i polifosfati, i
solfiti? L’alimentazione scientifica.
Giustizia politica – L’atto di nascita
si può situare nella condanna e l’arresto di Indira Gandhi, forse la statista
più apprezzata, rispettivamente nel 1975 e nel 1978. Compreso il contro-effetto:
Indira Gandhi sfidò nel 1975 la condanna, continuando a governare l’India,
malgrado l’interdizione dai pubblici uffici per sei anni, perse le elezioni nel
1977, le rivinse ampiamente tre anni dopo. E sarebbe durata a lungo al potere,
non fosse stata assassinata nel 1984 dai terroristi sikh.
L’India
è probabilmente il paese dove la giustizia è più politicizzata. In singolare
contrasto con la prassi britannica, che dominò l’India a lungo. Ma l’India non
ha preso nulla dalla Gran Bretagna, a parte la lingua. Dappertutto, dove Londra
ha dominato, ha lasciato caratterizzazioni durevoli nella Pubblica
Amministrazione in generale (procedure, codici, finanze), e negli apparati
repressivi specialmente (polizia, giustizia). Anche negli Stati africani meno
consolidati, Uganda, Sudan, Sierra Leone. Ma non in India: dal sistema castale -
sotto al democrazia formale - ai codici, alla gestione della giustizia.
Non è politica invece, contro le apparenze, la giustizia contro cui si sbraccia l’Europa di Bruxelles: la carcerazione di Julija Tymoscenko, la bionda leader dell’opposizione in Ucraina. Tymoscenko è bruna, si è tinta bionda e ha adottato la crocchia quando decise d’incarnare il tipo contadina. È un’avventuriera e un’affarista, nonché probabile assassina, di un concorrente per il gas russo, di cui è l’importatrice in esclusiva, con aziende sue, del marito e di prestanome.
Non è politica invece, contro le apparenze, la giustizia contro cui si sbraccia l’Europa di Bruxelles: la carcerazione di Julija Tymoscenko, la bionda leader dell’opposizione in Ucraina. Tymoscenko è bruna, si è tinta bionda e ha adottato la crocchia quando decise d’incarnare il tipo contadina. È un’avventuriera e un’affarista, nonché probabile assassina, di un concorrente per il gas russo, di cui è l’importatrice in esclusiva, con aziende sue, del marito e di prestanome.
Mandela - A ridosso dell’India
e di Indira Gandhi, le stesse procedure applicò il Sud Africa – dove il mahatma
Gandhi per prima si risvegliò alla politica: la giustizia politicizzata. Il Sud
Africa indipendente delle larghe intese, di Nelson Mandela con la comunità
bianca ex razzista, nei confronti di Winnie Mandela, moglie di Mandela nella
lunga carcerazione. Anima in quegli anni dell’African National Congress, il
movimento anti-apartheid di Nelson, Winnie l’aveva rafforzato malgrado la dura
politica repressiva del regime razzista, con grande abilità e con molti rischi
personali. Fino a mettere l’apartheid alle corde, propiziando l’uscita
di Nelson dal carcere e il ritorno del Sud Africa agli africani.
La
liberazione di Nelson coincise con il divorzio d Winnie. Prima e dopo il
divorzio, Winnie sostenne una politica dell’integrazione ma non di
pacificazione. Non con la le stesse élites
bianche dell’apartheid – criticò vivacemente l’accettazione del premio Nobel
per la pace di Mandela con De Clerk, l’ultimo presidente “bianco”.
Winnie
pagò l’opposizione alla politica di conciliazione con durissimi processi, lungo
una quindicina di anni, tesi a farne una belva umana, con accuse di stragi,
omicidi odiosi, rapimenti, estorsioni, ruberie. Sempre assolta – non
propriamente, la sua assoluzione non essendo politicamente possibile, tuttavia
mai condannata. E resta candidata di bandiera dell’African National Congress
che governa il Sud Africa a ogni elezione – solo non deve candidarsi alla
presidenza.
Migranti – Sono i nuovi
schiavi, di una nuova tratta. L’emigrazione è oggi, più che una scelta volontaria,
sfruttamento organizzato. A opera di una caporalato.
L’emigrazione
attuale, dall’Africa e dall’Asia verso l’Europa è un fenomeno radicalmente
diverso da quella europea verso le Americhe e l’Australia. La povertà e la
sofferenza che le accomuna non possono obliterare le profonde differenze, che
ne mutano la natura. L’emigrazione europea, anche quella poverissima dei ghetti
ebraici dell’impero russo e dell’impero austro-ungarico, era in qualche modo
organizzata e protetta. Dalle autorità dei paesi di emigrazione, con linee di
navigazione normali, visti di uscita e di entrata, visite mediche, e da quelle
dei paesi di immigrazione. Per ragioni geografiche, essendoci gli oceani di
mezzo. Ma anche per ragioni economiche.
Si
emigrava allora individualmente, per
una qualche opportunità intravista, si emigra oggi in branco, organizzati da
caporali di manodopera, africani e asiatici. Con vari strumenti coercitivi:
usura, documenti, assistenza minima alla sopravvivenza nei paesi di
destinazione. Per attività illegali o al limite della legalità. Caporalati che
ci guadagnano tanto da potersi pagare le coperture, legali e illegali, nei
paesi di destinazione.
Ciò
si vede soprattutto nel caso dell’emigrazione dall’Africa, la più soggetta alle
forme di jugulazione, fino alle tante stragi per naufragio su natanti del tutto
inadeguati. L’Africa è contigua, ma non tanto da non presupporre
un’organizzazione a monte per molte delle attività cui gli immigrati forzati
sono costretti. La Nigeria non è vicina, o il Ghana, non tanto da consentire un
innesto naturale, spontaneo, di molte attività illegali: la prostituzione, la
mendicità (squadre di giovani africani presidiano ogni angolo dei quartieri più
affluenti), lo spaccio, e anche il piccolo commercio ambulante. Ci vuole molta
organizzazione per introdurre e controllare tanta forz alvoro, numerosa,
sparsa, illegale.
Ancora
più consistente l’immigrazione illegale che non si vede, di cinesi e altri
asiatici per forme di lavoro schiaviste. Al limite cioè della sopravvivenza:
senza documenti, quindi “inesistenti”, e senza abitazione, senza orario di
lavoro, senza cure, e una paga ridotta al “soldo”.
astolfo@antiit.eu
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