Non ci può essere governo in Italia. Un
governo che governi. Chi ha tentato di proporlo ha fatto una brutta fine.
Acculato a Gelli. Alla corruzione. E ora all’impeachment. Che sembrava, ed è, una buffonata, ma si fa finta che
sia una cosa seria. Anche a costo di sparare contro un galantuomo.
Tutto, anche Grillo, anche l’(ex) odiato
Berlusconi, pur di impedire la riforma. Il fronte cosiddetto media-giudici è in
realtà un fronte affarismo-giudici. Non c’è giornalismo in Italia, ci sono i
padroni del vapore, De Benedetti, Bazoli, Caltagirone. Cui i giornalisti s’inchinano,
a partire dal principe dei giornalisti Scalfari, e i giudici tutti, dai
sostituti procuratori ai giudici costituzionali, trovano conveniente inchinarsi.
Una riforma, anche solo elettorale se non
costituzionale, che dia all’Italia un governo, con i poteri per governare, non
deve passare. Non c’è riformismo possibile. Non contro l’apparato repressivo,
di media, giudici e polizie. Contro il fascismo, cioè. Aggiornato, senza le leggi
speciali.
Gli italiani votano, quando ne hanno la
possibilità, per avere un governo – quanti referendum. Oppure non votano, per
protesta, allo stesso fine. Ma non c’è niente da fare: il fascismo non si
combatte con le intenzioni, siano pure buone e ottime. Tanto più oggi che il
fascismo sa schierare ottimi professori, soprattutto “a sinistra”. I socialisti
ne hanno fatto le spese, e ora gli ex comunisti.
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