martedì 3 dicembre 2013

Letta mette gli affitti fuorilegge

Monti ha messo all’inferno le case, Letta mette fuorilegge gli affitti. Il costo dell’affitto il suo buonuomo Saccomanni ha portato al 70 per cento del canone, fra imposte dirette e indirette. Col rischio della morosità, che con la crisi dilaga: varia a Nord (dove ancora è possibile ottenere una fidejussione bancaria sugli affitti a venire) e al Centro-Sud, dall’Appennino in giù, Firenze compresa, mediamente va sul 50 per cento, un affittuario su due non paga.
Il mercato immobiliare già asfittico potrebbe chiudere i battenti. Trascinandosi ineluttabilmente le banche – il precedente spagnolo. Il problema dell’Italia era finora il debito pubblico. Ora è duplice: il debito pubblico e la bolla immobiliare.
È l’eredita del dracula Monti, che tante rovine ha portato. Ma Letta e Saccomanni l’hanno peggiorata: paga le tasse ora anche l’inquilino (sembra impossibile, ma è così). Col bisogno di affitti che si moltiplica, parallelamente alla rinuncia all’acquisto: la domanda di affitti supera abbondantemente l’offerta.
È l’incapacità del sistema fiscale. Prova ne è la messa rapidamente fuori mercato, con una serie di adempimenti astrusi, della cedolare secca. Che avrebbe migliorato gli incassi dell’erario e facilitato gli affitti..
È un’opinione pubblica assurdamente becera. Che dà addosso al ceto medio, lavoratori compresi, che pure la esprime, e senza del quale non c’è economia. E moltiplica i fantasmi dove non ci sono: Monti, caratteristicamente, fece degli affitti uno snodo dell’evasione fiscale, mentre è vero il contrario – l’affitto non può che essere in chiaro, l’inquilino ha tutto l’interesse a denunciare un contratto non registrato, venendo a pagare un affitto minimo e perfino a legalizzare la morosità.  

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