giovedì 19 dicembre 2013

L’Italia affondata dal Nord

Torinese, inviato del “Mondo”, il settimanale milanese di affari e finanza, Astone non ne può più.
Solo fare l’elenco delle malefatte di questi ultimi vent’anni nella Padania gli prende quattrocento dense pagine. C’è di tutto: corruzione e concussione, grandi affari e micragnose ruberie, abusi di ogni tipo, perfino lo sfruttamento furbesco della cassa integrazione, di cui è maestra la Fiat, e una “classe” politica, quella che ha governato l’Italia nel ventennio, che dire incapace è poco – anche perché è stata capacissima di lavorare per se stessa.
Il fatto in realtà non è ignoto. Ma vedere elencate le turpitudini l’una di seguito all’altra fa impressione. L’Italia si dice in crisi perché ha il peso morto del Sud. E il Nord? Il Sud non  ha impedito all’Italia di diventare il quinto, o quarto, paese più industrializzato, anzi ha contribuito molto col lavoro. È il Nord – politico oltre che economico, Astone avrebbe fatto bene a sottolineare anche questo aspetto - che ha portato l’Italia alla stagnazione ormai da un quindicennio, e ora alla crisi.
Filippo Astone, La disfatta del Nord. Corruzione, clientelismo, mala gestione, Longanesi, pp. 409 € 18,80

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