Trent’anni fa si manifestava il grande
freddo della demografia, le nascite non compensando le morti, il futuro
implodeva. Alla stessa epoca, dopo le filippine ai lavori domestici, i figli,
fratelli e mariti cominciarono ad arrivare curiosi. Alcuni, quelli queer, a fare il maggiordomo a righine,
i più a portare a spasso il cane – a volte più di uno: l’immigrazione filippina
rinsaldò per un decennio la vacillante borghesia. Ma portare a spasso il cane a
cinque – anche a otto – mila lire l’ora suscitava più rabbia che riconoscenza.
Che si potesse spendere la paga settimanale di un onesto lavoratore a Manila o
Mindanao per mandare un’ora a passeggiare il cane. Era l’inizio dell’effetto
sostituzione.
Ora “Astra” pubblica l’oroscopo a quattro zampe, distinto per i
cani e per i gatti, accanto a quello degli umani – “anche i nostri amici
animali sono influenzati dagli astri: le stelle, con le loro posizioni al
momento della nascita, e poi con i transiti rispetto ai vari segni zodiacali,
tracciano per Micio e Fido periodi più o meno propizi…”. Il nuovo stato di
famiglia lo richiede. Ci sono circa 7,5 milioni di cani che vivono in casa: la cifra è nota
perché sono iscritti all’anagrafe. I gatti sarebbero sugli otto milioni. Gli
umani in età 0-14 anni sono 8,5 milioni. In numero pari, quindi, ai cani o ai
gatti. Dieci milioni di famiglie ospitano un animale in casa, poco meno di una
famiglia su due. L’inverso che per gli umani, che per il 53 per cento del totale
dei nuclei familiari (22.907.000) sono soli o in coppia. Sempre più nuclei
familiari “alternativi” a quello tradizionale sono formati da “un umano+uno o
più pet”, secondo le associazioni di settore.
Rispetto
a trent’anni fa la fecondità è in aumento, la fecondità umana, ma per un numero
più elevato di partorienti di origine o nazionalità straniera. L’Istat calcola la fecondità in Italia
nel 2012 a 1,42 figli per donna,
ancora molto al di sotto della soglia di 2,1 che permette il rinnovo della
popolazione, ma superiore al minimo di 1,19 figli per donna del 1995. Con un numero di figli per donna
straniera notevolmente superiore a quello delle italiane, 2,37 contro 1,29. Il
tasso di natalità dell’Italia è stato peraltro nel 2012 del 9,0 per mille, il
livello più basso mai registrato. Il tasso di natalità è il numero annuo di nascite
per mille abitanti. Per effetto sostituzione s’intende, nella teoria del
consumatore, la variazione nel paniere dei beni consumati in ragione dei
“prezzi” relativi delle merci. Non si può propriamente dire che un pet sostituisce un bambino, ma è come
se. A tutti gli effetti, economici e psicologici.
Senza crisi
C’è comunque Babbo Natale anche per loro:
per gli animali da compagnia, per i regali di Natale, l’Italia spende
quest’anno circa 40 milioni. Roba di ottima qualità e anche griffata – c’è un
“pet made in Italy” che esporta anche molto: per l’alimentazione i prodotti più
sani (senza conservanti, senza additivi, etc.) e gustosi (le specialità sono
variatissime), e per la “persona” e il tempo libero quelli più ricercati per
design e materiali.
Più
in generale, gli animali domestici vanno controtendenza, sfidano la crisi. Il
rapporto 2013 di Assalco (Associazione Nazionale Imprese per l’Alimentazine e
la Cura degli Animali da Compagnia) e Zoomark International constata che “nonostante la
crisi economica, gli italiani non rinunciano a garantire ai loro animali
un’alimentazione sana e sicura”. Il segmento principale di spesa, quello per
cani e gatti, si attesa sui 1.800 milioni. Con un aumento costante in valore,
seppure contenuto, e un lieve calo ultimamente nei volumi, “ma per effetto
della riduzione degli sprechi, facilitata dai monodose, e dal minor consumo
giornaliero dei cani di piccola taglia”, che si preferiscono sempre più. Prosegue
pure “il momento favorevole degli accessori (prodotti per l’igiene, giochi, guinzagli,
trasportini, cucce, ciotole, gabbie, voliere, acquari, tartarughiere, articoli
per il viaggio e utensileria varia)”, con un mercato valutato in poco meno di 500
milioni, quasi tutto per cani e gatti.
L’Italia
è in linea qui con la globalizzazione. Il mercato internazionale del pet food vale 94 miliardi di dollari, di
cui 67 miliardi solo di alimenti per cani e gatti, in costante crescita. In
Europa (considerando Italia, Francia, Germania, Regno Unito, Spagna, Olanda) le
vendite del petcare continuano a
crescere malgrado la crisi. Negli Stati Uniti la spesa per prodotti pet ha
raggiunto i 55 miliardi di dollari (oltre 42 miliardi di Euro).
La spesa sanitaria ancora non è
comparabile. Ma è in forte crescita. Il
numero dei veterinari si stima in 6.800, quello dei pediatri in 14 mila, ma la
forbice si va ridicendo. Comincia ad
assumere cifre sostanziali anche l’abbattimento fiscale per spese sanitarie
relative ai pet.
Non
chiedono nulla
La
tradizione è forte, degli animali domestici, nel mito, la poesia e anche la
storia. Dall’Egitto a Cartgaine, e ai fratelli Piccolo, i cugini esoterici del
Gattopardo, che hanno lasciato un cimitero dei loro cani nella villa di Capo d’Orlando.
Byron dettò questa epigrafe per il suo Terranova Boatswain, nato a maggio del
1803 e morto il 18 novembre 108: “Bello senza vanità, forte senza insolenza, coraggioso
senza ferocia”. Nuovo è il loro ruolo domestico “sostitutivo”. Fino a diventare
una sorta di programma politico, anch’esso “sostituivo”, alle ultime elezioni,
in concorrenza con Dudu, il cagnolino dei fidanzati Pascale-Berlusconi.
Tra
le famiglie che non hanno un pet, la maggior
parte vorrebbe averli, il 53 per cento. “Si tratta di un dato potenziale”, dice
il rapporto Assalco, che però è in linea “con un altro più realistico: il 20
per cento sta pensando di adottare un pet
nei prossimi mesi”. E c’è un motivo. Anzi cinque, secondo un’indagine di
settore, “ciò che la «gente» pensa dei cani e dei gatti domestici,
indipendentemente dall’esserne proprietari”:
- «i cani e i gatti aiutano a
stare meglio» - 84 per cento
- «danno molto, senza nulla
chiedere in cambio» - 81 per cento
- «tengono davvero compagnia» -
80 per cento
- «sono veri e propri componenti
della famiglia» - 70 per cento
- «sono di grande aiuto nei
momenti difficili» - 65 per cento”.
Soprattutto
il punto due: l’animale da compagnia non chiede nulla in cambio.
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