Un paese che ha detto no agli accordi con
la Ue, non si era mai visto. Ci vuole un colpevole, e questo non può essere che
la Russia, l’Ucraina da sola non conta niente. È il modo di essere della Ue, e
spiega molte cose.
L’Ucraina è l’ultimo tassello della
politica di allargamento indiscriminato della Ue voluto quindici anni fa da Prodi,
quando era al vertice a Bruxelles. Ma l’allargamento si è fatto come si è fatta
la riunificazione tedesca, per annessione, al benvolere dell’Unione. Per
acquisire mercati e forza lavoro “cinese” – che consenta di competere con
la Cina, per il basso costo e la scarsa protezione sociale.
Poi c’è la Russia, certo. Che però da sola
non può aver bloccato all’ultimo negoziati in corso ormai da cinque anni. Dopo una “rivoluzione arancione” pagata, letteralmente, da Soros, lo specualtore: non si può pensare la Russia molto potente.
Si dice comunque l’Ucraina di Yanushcenko satellite di Putin. È
possibile. Ma è vero che l’Ucraina è stata sempre cercata e voluta a Bruxelles
in termini antirussi – già quando se ne voleva l’adesione alla Nato,
dell’Ucraina come della Georgia, quando la Nato ancora esisteva.
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