mercoledì 18 dicembre 2013

Una, cento, mille patrimoniali

Ci accaldiamo sulla mini-Imu sulle prime case, che è un caso insigne di insipienza, è vero. Ma trascuriamo l’iceberg che sta sotto. Le tasse sulle case. Compresa l’Imu prima casa, ora Tasi. Ridotta di poco, dal 4 al 3,5 per mille, e più che compensata dall’Imu sulle altre pertinenze, portata all’1,16 per centoDi valori catastali ovunque quasi raddoppiati. In aggiunta alla patrimoniale sulla Tares, l’imposta sui rifiuti: 30 centesimi a mq allo Stato e 7 alla Provincia. Un piccola patrimoniale c’è anche sull’acqua. C’è una patrimoniale sul conto corrente in banca, che pure è obbligatorio, 25 euro. E una sul deposito titoli, 35 euro.Una nuova patrimoniale, la Robin Tax, si annuncia sui consumi di luce e gas. C’è perfino una patrimoniale sulle pensioni, non in senso tecnico ma di fatto: il mancato adeguamento, sia pure parziale, al costo della vita, che tutte le polizze previdenziali private contemplano.
L’Italia affonda pezzo a pezzo. Senza sembrare, ma affonda. Le patrimoniali non sono una , sono tante. E tutte insidiose: non sono una tantum, come una vera patrimoniale, ma un prelievo costante e rinnovato. Non sono a fini antievasione: le patrimoniali colpiscono il dichiarato. E non sono a fini di giustizia sociale, anzi al contrario: queste patrimoniali colpiscono tutti, e quindi, in proporzione, chi meno ha. S’intende per patrimoniale una tassa che colpisca i grandi patrimoni, le tesaurizzazioni: immobiliari, in titoli, in arte, in gioielli, in oro. La ricetta Monti è stata di colpire tutti.
Non sono solo antidemocratiche, queste patrimoniali colpiscono soprattutto il risparmio. Ciò che permette di crescere, cerare lavoro e reddito. Monti ha colpito il risparmio passato, e ogni progetto di risparmio. Anche qui con effetti distorsivi: a favore dei ricchi, anzi degli speculatori, contro i “cassettisti”, i risparmiatori considerati. È l’effetto della Tobin Tax. Che doveva dare un  miliardo di introito fiscale e invece ha dato solo 200 milioni. Una tassa sui piccoli risparmiatori, banche e speculatori se ne sono esentati, senza difficoltà. 

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