C’erano
rom in fila alle primarie Pd per il sindaco di Roma, loro che non sanno in che
città sono, non gliene frega, e non hanno la residenza. Pagati da Berlusconi
per screditare il partito? No, dalle onlus che li patrocinano, per sostenere il
proprio candidato – le onlus vivono di denaro pubblico, quindi curano i
referenti.
Le onlus
che insegnano, a spese pubbliche, la corruzione politica ai rom, questa è una
vera modernizzazione.
Se non
fosse successo, sarebbe stato difficile immaginarlo. Un partito che ha la maggioranza
alla Camera. Il presidente della Repubblica. I giudici, i giornali e le tv. E una
crisi che impone un programma obbligato. Ma s’impantana in un non-governo di
saggi. Che non sono saggi.
Claudio
Sardo propone a modello di governo a Fabrizio Roncone il monocolore Dc del
1976. Che il “Corriere della sera” sintetizza così: “Il governo Moro si formò
anche grazie a una serie di stratagemmi: astensioni e strategiche uscite dall’Aula
al momento del voto”.
Il monocolore
era di Andreotti ma pazienza, certa memoria sa essere ben più delittuosa. Ma
ridurre Moro, l’innominato Berlinguer, il compromesso, e (quasi) quarant’anni
di storia a dei trucchetti è più tracotanza o stupidità?
Si torni
da un viaggio all’estero e a Fiumicino si chieda di ascoltare la radio. Il Gr 3
apre con le primarie del Pd nei Comuni. A seguire dichiarazioni sparse di
politici sul governo che vorrebbero. Quindi papa Francesco, che ha menzionato
sette volte (o ventisette?) la pazienza. Quindi la manifestazione a Taranto di
quattromila anti-acciaieria. Infine il dato del ministero del Lavoro: un
milione di nuovi disoccupati nel solo 2012. Il Gr 1 poco dopo ci mette prima
anche la Corea. Il Gr 2 non menziona i disoccupati. I Gr della Rai. E uno si
chiede: in che paese sono atterrato.
Ma è più
bravo Pelizzoli o Buffon? Salva più gol il portiere dell’ultima o della prima in
classifica?
Casini
imputa a Monti il suo fallimento. E viceversa. Pura farsa Dc. Non vecchia,
però, perché prende sempre tanti voti. Benché tra guitti mediocri. Ne risulta
più evidente – più che nel fenomeno Berlusconi - che è l’opposizione che non
consente di fare altrimenti, di liberare il voto, di liberare l’Italia.
La Curia
di Milano fa spiegare la crisi ai suoi preti dagli specialisti della Bocconi. Dagli
stessi cioè che l’hanno provocata. San Carlo Borromeo l’avrebbe spiegata lui,
alla Bocconi.
Panel di
sinistra, renziana, bersaniana, dipietrista, attorno a Salvatore Settis a
“Zeta” di Gad Lerner. I problemi più urgenti sono la cittadinanza agli
immigrati e il conflitto d’interessi. Irridendo nelle pause a Grillo. Non una sacrestia, un incubo.
Milano
senza pudore. Dove si può manifestare contro i giudici nelle stesse aule del tribunale. O in piazza
insolentire i Procuratori della Repubblica, anche loro giudici. E le giudici di
Berlusconi si fanno dare delle vendute. Ma dov’è la mancanza di pudore?
Uno
studio di George Soros, di una società
lontanamente collegata a Soros, in una sua mezza paginetta, dice che la
recessione in Italia è la peggiore dal
1943. È così che la recessione si merita finalmente la prima pagina.
Cosmopolita,
moderna e tutto, la presidente della Camera Boldrini le prime cose ha fatto,
oltre all’ammuina moralistica, è stato di assumere personale del suo partito:
portavoce Roberto Natale, di Sel, e consigliere politico l’ex deputato Leoni,
di Sel. Solo per l’ufficio stampa ha concesso qualcosa, nominandone a capo
Valentina Loiero, del Pd.
Il
peggio dello scherzo a Onida, che si dà del rincoglionito e dice una furbata il
suo incarico di saggio per conto di Napolitano, è quando il conduttore rivela
perché ha scelto l’imitazione della Hack per trarre in inganno il giudice: “Sì,
perché alla Hack nessuno si rifiuta di rispondere”. Detto da un superdemocrat,
quale il conduttore ai atteggia, a una icona del partito.
Il Real
Madrid fu finanziato nel 1998 dal governo spagnolo, e per esso dalla
municipalità di Madrid, col regalo di uno sterminato ettaraggio, che poi il
club “valorizzò” (rivendette) a caro prezzo. Tutto noto. Ma l’Antistrust
europeo ci arriva ora, dopo quindici anni e alquante coppe falsate.
“Perché la Benedizione di Pasqua l’ha fatta in italiano?” si chiede
Harald Schmidt nella trasmissione del 2 aprile su Sky Deutschland, e si risponde:
“Ah sì, giusto, parla la lingua dei
poveri”. È la battuta di un comico, fa ridere, è lieve nei sottintesi,
ma fa infuriare l’Italia, la rete e anche i grandi giornali. L’aria è proprio
brutta.
Ma sempre con cautela: la Bundesbank e la Deutsche Bank non
scandalizzano, il comico bravo sì.
La “Frankfurter” non è da meno. Il giornalone moderato si accorge
infine dei sentimenti antitedeschi in Italia, e opina che Angela Merkel
potrebbe rinunciare alla lunga frequentazione di Ischia – la invita cioè al bel
gesto.
Grillo irride
all’ipotesi Prodi al Quirinale: “Cancellerebbe Berlusconi dalle carte
geografiche”. I grandi giornali rigorosamente democrat prendono la battura per
un complimento, e già calcolano che Prodi sarà presidente con i voti di
Grillo...
Perfino
Grillo è più garantista? Politico di razza e non di trivio.
Maria De
Filippi si rilancia con Renzi e la grande coalizione. Ha bisogno di
rilanciarsi, benché primatista di ascolti, perché Bersani l’aveva esclusa dalle
consultazioni per il governo, una delle poche.
Fa
impressione vedere il capo dell’(ex) partito della sinistra umiliarsi di fronte
a una Lombardi, che ride. Il cui unico precedente è che era – è – fascista, il
genere fasciocomunista che tanto piace agli (ex) Pci. E, peggio, che Bersani
non se ne sia accorto. O, peggio ancora, che non se ne siano accorti
i suoi
giovani turchi – giovani forse, ma turchi? i turchi veri non sono scemi.
Fa senso
quanto è timido Squinzi, in una situazione di cristi estrema per le aziende che
lui in teoria rappresenta. E più di lui il sui giornale, “Il Sole 24 Ore”, il
giornale della Confindustria.
Non ci
sono più i padroni. Ma neanche gli imprenditori?
Squinzi
non ha parlato, e anche ora parla poco, per non disturbare il manovratore, che
lo taglieggiava, il governo Monti. Per omertà? Per complicità democristiana:
quanti lutti!