Giuseppe Leuzzi
Il Sud è a Nord
Umberto Eco
lancia la sua ennesima divertente opera sui falsi, “”Storia delle terre e dei
luoghi leggendari”, con un falso. È la sua maniera, ma la applica a un Sud per
lui incognito: “Un libro di Felice Vinci del 1995 sposta tutta l’«Odissea» dal
mediterraneo alle isole del Nord, con dimostrazioni certe volte abbastanza
convincenti. Vai a sapere”.
Come? Vinci
non è un filologo, è un ingegnere che si è divertito a ridisegnare la
geografia. Uno, anche, che vuole “tutto a Nord”, del filone della storia
provvidenziale e razzista. Ma per Eco la Grecia è “chissà”.
Come i
lettori del sito sanno, Vinci è un ingegnere nucleare, quindi da tempo
disoccupato. Che disponendo di molto tempo si è divertito a ribaltare la carta:
Oslo è
la Locride nella sua ricostruzione omerica, che l’“Iliade” sposta nel Baltico e
l’“Odissea”. In un “Omero nel Baltico” che le Librerie del Sole, per bambini,
vendono illustrato. Troia è verso
Helsinki. Resta da trovare per l’ingegnere Itaca, un’isola ospitale.
Vinci non è il primo: con la Dea Bianca lo
studioso dei miti Graves i greci aveva già portato fino in Scandinavia. Ora la
cosa è diventata di consumo popolare, se Eco avesse avuto pazienza numerosi
altri che il Sud spostano al Nord ne avrebbe trovati. I lettori di anti.it
sanno in particolare di una, un’altra, la dottoressa Christine Pellech.
Studiosa d’Austria, paese senza mare, la dottoressa deduce invece dall’“Odissea”, in particolare dalla
colorazione dei mari, che per i greci la terra non fosse un disco ma una sfera,
per cui correvano in tondo, non da qui a lì.
La studiosa è la stessa che gli Argonauti aveva
spedito in precedenza in Scandinavia. Apollonio Rodio è occupazione cara da tre
secoli alla Mitteleuropa, il periplo degli Argonauti, che si faccia
nell’Adriatico, tra gli illirici e i galli, se non proprio nel mare del Nord.
Grandi lavori
Un tram
da 182 milioni? Mai entrato in funzione, dopo sedici anni? A Bologna.
Cinquanta
mezzi, 49 per l’esattezza, che non possono girare perché sbandano. Ma vanno
esercitati da un manipolo di conduttori, perché non arrugginiscano. In attesa
che – se la causa andrà a bon fine – siano cambiati. Con spreco quindi di
conduttori e avvocati.
Gli
ospedali nuovissimi, d’architetto, appena inaugurati a Pistoia e a Prato, non
si possono attrezzare e aprire perche “perdono”. Perdono acqua quando piove,
attraverso i cunicoli di aerazione – forse.
Otto km.
di alta velocità, dalla frontiera svizzera a Arcisate-Induno Olona, in
provincia di Varese, sono raddoppiati di costo e sono realizzati al 40 per
cento a tre mesi dalla prevista inaugurazione. L’opera, avviata nel 2009,
doveva portare la Svizzera all’aeroporto di Malpensa, che si sarebbe collegato
all’alta velocità già in funzione nelo Canton Ticino allo snodo di Mendrisio
oltrefrontiera. Doveva essere uno dei fiori all’occhiello dell’Expo 2015.
L’opera,
che oggi va sui 500 milioni, era prevista a un costo di 223 milioni, 28 milioni
a km. benché su terreno pianeggiante. Il doppio dalla Roma.Napoli. Degli otto
km. dell’ opera solo 3,6 sono interamente nuovi, gli altri si basano sul
potenziamento di strutture preesistenti.
La tratta svizzera, per Stabio e Mendriso è già completata e inaugurata.
La
strada di grande comunicazione Fano-Grosseto, Adriatico-Tirreno, non si può
utilizzare perché manca la galleria tra Mercatello, Marche, e San Giustino,
Umbria, circa 6 km. Cioè la galleria c’è, Costruita vent’anni fa con 230
miliardi di lire, ma è incompleta e ora a rischio frane. Viene usata per i rave
party.
Bier-Komment
Il gioco
“padrone e sotto”, detto passatella nell’italiano dei carabinieri, che ne
affiggevano la proibizione sotto ogni frasca e a ogni porta d’osteria, ora in
disuso ma fino agli anni Sessanta-Settanta molto comune, ha un precedente
classificato nella sociologia, nel Bier-Komment
teutonico. Come nel Bier-Komment, il
gioco si faceva con la birra – invece che col vino come al Sud si sarebbe
immaginato. Con un meccanismo semplice: ogni bevuta, di due o quattro birre, si
faceva con un giro di carte. Il giro dava un “padrone” e un “sotto”. Tra i
quali una trattativa partiva su come suddividere le bevute tra i partecipanti,
che potevano anche essere molti. I poteri del “sotto” erano di persuasione:
suddividere equamente le bevute, in una partita diplomatica che faceva
riferimento alle precedenti e poteva delinearne le future. Il “padrone”aveva
comunque poteri decisivi: in caso di mancato accordo, il “sotto” poteva
ritrovarsi per sua disposizione “all’ormo”, cioè a secco, oppure essere
obbligarlo a bere tutto.
Il Bier-Komment tedesco era una pratica studentesca, delle associazioni
fra studenti che regolavano la vita degli atenei. Norbert Elias, il grande
sociologo, così la registra ne “I tedeschi”: “L’usanza goliardica del Bier-Komment esigeva che il più giovane
dovesse rispondere al brindisi del più anziano tutte le volte che questi beveva
alla sua salute. E quando alla fine si sentiva male, poteva ritirarsi nella
toilette”.
Shakespeare
è di Bagnara
Shakespeare, si sa, fu molti Shakespeare, e uno ubiquo. Uno
dei più convincenti è di Bagnara in Calabria, dove pescano – pescavano - il
pescespada, un posto governato dalle donne. Prese il nome della madre Guglielma
Crollalanza: William Shake, scrolla, Spear, lancia. È uguale nel ritratto a suo
cugino Giovanni Florio, l’italianista londinese di fine Cinquecento, dalle cui opere
trasse i proverbi
delle commedie. Guglielmo e Giovanni erano
figli di due fratelli Florio, protestanti di Bagnara costretti all’esilio.
Entrambi portano l’orecchino. Ma l’orecchino
era uso di Parghelia, borgo di fronte a Bagnara nel golfo di Gioia votato
all’alchemia: oltre che l’identità del Bardo, se ne spiegano le occulte radici.
Che localmente riemergeranno due secoli dopo, tra i Florio emigrati a Palermo e
gli agenti britannici camuffati da produttori di marsala, per fare l’Italia
unita. Il padre di Shakespeare, di nome Giovanni, è citato in una lista di recusants,
quelli che rifiutavano i culti anglicani, tali i valdesi di Bagnara, riformati
di Calvino. L’altro fratello Florio, Michelangelo, padre del Giovanni cugino,
era un frate Francescano riformato.
O Shakespeare non è di Bagnara? Se dev’essere
qualcun altro, allora è tanti Shakespeare: è spaventoso che da solo abbia
scritto tanto, con tanta forza? Certo è infatti pure che Shakespeare non è un
Florio di Bagnara: Giovanni fu suo nemico, il padre Michelangelo un predicatore
protestante di Siena Era quindi toscano. Forse anche di Firenze e non di Siena:
Shagsper o Saxber che sia, è bene John Florio, ma allora è di Firenze e non di
Bagnara. Un fiorentino l’ha scoperto, interprete di mestiere, che ci ha scritto
un libro di trecento pagine grandi, “Shakespeare ovvero John Florio, un
fiorentino alla conquista del mondo”.
La cosa però non è ininfluente, perché Bagnara
è deprivata, nonché di Shakespeare, anche dei Florio.
leuzzi@antiit.eu
Sud del Sud - il Sud visto da sotto (185)