Breve storia dell’Italia
Il guerrigliero Garibaldi fece la guerra
di liberazione per conto di un conte.
Mentre il suo re, il re del conte, si
dedicava agli amori ancillari.
Mafia
Un vecchio “Messaggero”, del 3 luglio
1950, presenta Giuliano come un argine alla terza guerra mondiale. Con la
nuovissima bomba H e la messa al bando dei comunisti, per completare i suoi
disegni.
Giuliano il bandito. “Il Messaggero”
allora moderato e anticomunista.
Si fa molto il caso delle ecomafie, dei
bidoni velenosi che si vanno a cercare nascosti sul fondo del mare o negli
anfratti di montagna, e talvolta si trovano, anche se non si sa se infetti o
arrugginiti. Fa parte dell’immaginario metropolitano-quotidiano, che nell’epoca
della crisi (non di quella economica, di quella politica e morale) è scontato e
anche giusto che viri sul catastrofico. Ma sempre si evita l’ipotesi più
catastrofica e più verosimile di tutti: l’avvelenamento terapeutico. Di
medicine e medicinali, nonché degli additivi alimentari, che sicuramente sono all’origine di tante
epidemie - tumori, sla, sistema muscolare e nervoso, disturbi della memoria.
“Ne sa qualcosa Antonio Concas, 55 anni,
sindaco pd di Pioltello, un ex sindacalista Cgil figlio di un minatore del
Sulcis, duro e roccioso come la terra d’origine”, racconta Giuseppe Di Piazza
su “Sette” ieri della ‘ndrangheta nello hinterland milanese: “«Un paio d’anni
fa sono venuti da me e hanno chiesto di aprire una sala giochi. Uno dei due era
il fratello di uno ‘ndranghetista condannato al 41 bis. Ho preso atto della
richiesta e sono andato in Consiglio comunale: per fermarli, abbiamo subito
approvato un regolamento che proibiva di aprire sale giochi a 200 metri da
luoghi sensibili, scuole, centri anziani, centri di aggregazione giovanile… Ma
il Tar ha bocciato il regolamento. Incredibile. Dopo qualche tempo , i due sono
tornati e mi hanno ripetuto che volevano aprire una sala giochi, ma stavolta in
un centro commerciale davanti alla stazione. Così sono andato dal questore di
Milano, da cui dipende l’autorizzazione finale, e gli ho raccontato la vicenda.
Dal suo sguardo, e dalla legge che mi ha subito dopo citato, ho capito che
avevo perso: esiste infatti una norma che autorizza in ogni caso ad aprire le
sale giochi dentro i centri commerciali, a prescindere dai regolamenti dei
Comuni».
“A questo punto il sindaco Concas, che non
è tipo da rassegnarsi, comincia a fare melina, prendendo tempo. I due tornano
in Municipio e stavolta, con un fare un po’ più deciso, gli spiegano che se non
dà l’autorizzazione potrebbe finirgli come a quel suo collega di un Comune
piemontese, trascinato in tribunale e costretto a pagare, in solido con le
casse pubbliche, un milione e mezzo di euro per danni. Risultato: la sala giochi
oggi è aperta”.
La criminalizzazione del Sud (Bobbio,
Bocca, Bossi) e l’uso politico dell’antimafia (Arlacchi, Cordova, Orlando) hanno
“segato” le regioni meridionali, e di più le aree a forte densità mafiosa. Era
difficile vivere onestamente al Sud prima, e cioè lavorare, viaggiare, produrre,
progettare, è impossibile oggi: praticamente chiuse le banche e le assicurazioni,
il fiato dei carabinieri e dei giudici sul collo delle istituzioni e degli onesti,
impediti il voto e l’associazionismo pena l’associazione mafiosa, e pure l’impresa,
poiché bisogna rispondere dei carichi pendenti (non delle condanne, delle
accuse), dei familiari e associati di ogni dipendente. Hanno credito, coperture
assicurative e libertà d’impresa solo uomini e gruppi mafiosi.
Rosy Bindi è stata capolista del Pd a Reggio Calabria, dove è andata per qualche ora un paio di volte, portata da Marco Minniti.
Rosy Bindi è stata capolista del Pd a Reggio Calabria, dove è andata per qualche ora un paio di volte, portata da Marco Minniti.
Anche
della mafia, dice, non so nulla. Possibile?
Sudismi\sadismi
Il triveneto Stella attacca questa
settimana, di tutta la Calabria, l’università di Cosenza: dà lauree false, a
studenti cretini. Leggere per credere:
Il rettore dell’Università, Latorre, per
difendersi, scrive a Stella. Che tre giorni dopo rincara: perché gli studenti
calabresi vanno fuori invece di andare tutti a Cosenza? Un argomento che fa il
paio col precedente: l’università fu fondata dal “trentino Beniamino Andreatta
e il romano Sylos Labini”. All’insaputa dei calabresi?
Ma perché scrivere a Stella? Che sta lì
per “salare”, si diceva una volta, i calabresi, brutti, cattivi e anche stupidi?
Per “uscire” sul “Corriere della sera”: niente esiste in Italia senza Milano,
la Calabria meno di tutto.
“Salare” ora si dice cobbler, come nel caso dell’Antilope.
È svedese, quindi ha ragione
Cecilia Malmström si è ricordata degli
emigranti che muoiono in mare per rimproverare l’Italia. Minacciando di farle
causa.
Sono morti non molti giorni fa alcune
centinaia di africani nel mare di Libia, altri ne muoiono quasi ogni giorno, ma
Cecilia Malström trova la parola solo per minacciare una causa all’Italia (a
Bruxelles si chiama “procedura d’infrazione”), perché Lampedusa non tratta bene
gli immigrati. Bisognerebbe spostare i lampedusani da Lampedusa, per fare un
po’ di posto agli immigrati, ma la ministra non si pone il problema.
Malmström non è nessuno, è il “ministro”
europeo degli Interni. Facendo la faccia feroce, dice che l’Italia ha avuto,
“nel 2007-2013, per esempio, 478 milioni di fondi Ue per gestire i flussi
migratori e dell’asilo, e 136 milioni di fondi speciali per la gestione speciale
dei confini”. Dunque, 612 milioni in sette anni, 88 l’anno. E dice che l’Italia
non è il paese che subisce più pressioni: “Delle 330.000 richieste d’asilo nel
2013 compilate nel 2013 , il 70 per cento è stato registrato in cinque Stati-membri,
Germania (75.000), Francia (60.000), Svezia (44.000), Belgio (28.000) e Gran
Bretagna (28.000). Nello stesso periodo l’Italia ha ricevuto 15.700 richieste”.
La commissaria non sa di che parla, oppure
bara. I fondi europei per l’immigrazione sono così divisi:
per i rifugiati (2008-1013) 623 milioni - l’Italia ne ha avuti: 36,6 (la Svezia
94,3, la Francia 69,4, la Germania 65,1);
per i rimpatri (2008-2013) 681
milioni – l’Italia ne ha avuti 43,8 (la Grecia 121,5, il Regno Unito 98,9, la
Spagna 73,7, la Francia 68,9);
per l’integrazione
(2007-2013) 825 milioni - l’Italia ne ha avuti 148,7 (il Regno Unito 121,4, la
Spagna 112,4, la Germania 95,8);
per le frontiere esterne
(2007-2013) 1.908 milioni – l’Italia ne ha avuti 211,6 (la Spagna 289,4, la
Grecia 207,8, la Francia 116).
In totale, l’Italia ha speso fondi Ue per
gli immigrati per 440,7 milioni. Poco più del 10 per cento del totale dei fondi
messi a disposizione dalla Ue. Non è molto, ed è molto meno di quanto Malmström
dice. Lampedusa ne ha avuti un centinaio, poco più della metà dei 170 milioni mandati alla Ue alle isole Samoa, 1.30 euro per samoano.
È tuttavia Cecilia Malmström ha ragione: può
dire indisturbata quello che vuole, perché è svedese. Il “Corriere della sera”
se ne fa megafono per conformismo di sinistra?
No, la signora è liberale, cioè di destra. No, è bella-e-buona perché è svedese.
Sciascia qualunquista
A prima vista ridicola, la lettura che Joseph
Francese, l’italianista dell’Università del Michigan, dà della concezione
politica di Sciascia come si proietta dalla novella (ex romanzo) “L’antimonio”
(un progetto di romanzo poi confluito come racconto nella riedizione 1961 della
“Gli zii di Sicilia”, 1958), non è senza argomenti, e apre delle finestre
chiuse. Lo studio di Francese, del 2009, s’intitola “Onore, «qualunquismo» ed
essenzialismo ne «L’antimonio di Sciascia», ed è compreso nella raccolta ora
tradotta “Leonardo Sciascia e la funzione degli intellettuali”. Il compendio col
quale il saggio si presentava in rivista alla prima pubblicazione ne sintetizza
bene il punto:
“Il fatalismo del protagonista di una
delle prime narrative pubblicate di Sciascia, «L’antimonio», riflette la sua propria
essenzialistica certezza di un modo di essere siciliano atemporale. Se letto
alla luce di una delle prima sue dichiarazioni di poetica, «La sesta giornata»,
«L’antimonio» mette in rilievo posizioni che resteranno costanti nella
successiva carriera di Sciascia e caratterizzeranno la sua opera, narrativa e
non. La preoccupazione del protagonista di mantenere l’onore gli consente di
evitare l’umiliazione pubblica associata al tentativo di trasformare una imponente
struttura di potere, nel caso il Fascismo. Nello stesso tempo, preservare l’onore
personale salva il protagonista dalla vergogna, fenomeno intra-psichico. E lo
porta a evitare ogni forma di azione collettiva, anzi a esibire profonda
disaffezione e sfiducia verso tutta la politica e i politici, un interclassismo caratteristico dell’Uomo
Qualunque….”. Tutto narrato con l’Io: Francese traccia le somiglianze tra la
narrazione in prima persona e il sentimento giovanile della politica in
Sciascia.
leuzzi@antiit.eu