L’ultimo dei “gialli militari”, specialità
della scrittrice. Attorno al maggiore Martin Bora, detective controvoglia nella
seconda guerra mondiale, che si vuole modellato su Claus von Stauffenberg, l’attentatore
di Hitler, e dotato di uno specialissimo pedigree,
avoli scozzesi (ragionativi) per parte di madre, e di padre su fino a Katahrina
von Bora, la moglie di Lutero. Ma non sono storie scherzose: Ben Pastor, al
secolo Maria Verbena Volpi Pastor, romana emigrata negli Usa e scrittrice in
inglese (i suoi libri sono tradotti), le vuole “storiche”. Anche a costo di
rischiare.
Bora sta per il lato buono della Germania. Qui è a Verona dopo l’8 settembre. Dove perde una mano in
un attentato partigiano. Comanda la polizia militare tedesca. Scorta convogli di ebrei al lager. E di notte va a
caccia di partigiani. Risolvendo nel tempo libero il caso del federale
repubblichino assassinato.
Ben
Pastor è scrittrice prolifica di gialli storici, dell’Ottocento, dell’impero
romano. Nonché, forse più apprezzata, di ghost
stories. Sempre al posto giusto, dal lato dei buoni. Ma non nei “gialli
militari”. Di
storie e su tele di fondo coraggiose: la Germania è, alla somma, il paese dove
la Resistenza è stata più diffusa e più perseguitata, anche se non la celebra (la serie di Bora non è pubblicata in Germania: la scrittrice ha in tedesco solo due libri di ghost stories, tradotti peraltro dall'italiano, cioè puntati sulla italianità, che sempre fa premio in Germania malgrado la guerra dello spread). Che però vengono annegate, dissolte, nello psicologismo. Ambiguo, se non
opportunista.
Questa “Luna bugiarda” è una storia fredda, attorno a un personaggio
freddo. Oggi. Ma nell’alveo revisionista in agguato, che anche i tedeschi erano
buoni, che oggi non si può dire, non ancora – si comincia andando a caccia di partigiani.
Soli brutti sono i fascisti residui di Mussolini. E
stupidi: sotto occupazione e sotto il tiro dei partigiani, solo si occupano di
scopare, donne stupide.
Ben
Pastor, Luna bugiarda, Sellerio, pp.
259 € 14
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