Carlo Magno, premio – È un premio
tedesco all’europeismo. Ha insignito numerose personalità italiane, da ultimo
Ciampi – e ha tra candidati Napolitano e Monti. Ma non Romano Prodi, che dei
viventi è il politico italiano che più ha operato in Europa e per l’Europa.
5 + 1 – La formula dei Cinque Grandi (i
membri del Consiglio di Sicurezza dell’Onu con diritto di veto) più la Germania
è stata adottata per superare il no alla Germania – e all’India - come sesto
“Grande” del mondo, orchestrato dall’Italia quindici anni fa contro la
candidatura della stessa Germania in quanto rappresentante dell’Europa unita.
Si spiegano anche su questo sfondo diplomatico i problemi dell’Italia con la
Germania – e con l’India.
L’allora
ambasciatore italiano all’Onu, Francesco paolo Fulci, siciliana di Messina, di
una famiglia di diplomatici e politici, coalizzò tutto l’ex Terzo mondo contro
l’allargamento del numero di membri stabili del Consiglio di sicurezza dell’Onu
a paesi scelti. Fulci agì in accordo con gli ambasciatori di Egitto, Messico e
Pakistan, che a loro volta mobilitarono le aree di appartenenza, riuniti in un
“Coffee Club”. Il Club non è più attivo, dopo il pensionamento di Fulci, ma
l’Italia è sempre impegnata all’Onu, d’intesa con il Pakistan, per la
democratizzazione delle decisioni dell’organizzazione, contro la pretesa di Giappone e Brasile, ora, in
aggiunta a India e Germania, di allargare il direttorio esclusivo del Consiglio
di sicurezza con diritto di veto.
DC – Si può dire il potere che si
nega. In
quante storie del dopoguerra c’è la Dc? In quanti romanzi c’è una eroina Dc?
Questo potere ha anzi fatto della debolezza apparente la sua forza. È la
lezione del Tiberio di Tacito, se è l’onorevole Moro. Andreotti beffardo l’ha
teorizzato, nel “governo attraverso la crisi”.
I fasti
maggiori li registrò nel 1968 e nel 1975-1976, quando, perdente, risuscitò con
l’onorevole Moro. Con la teoria che il governo doveva essere “monocolore e Dc”,
cioè moderato, ma non “monocolore Dc”. Per: 1) imbarcare i perplessi; 2) dire
che il grande partito si sacrifica a governare per il bene della nazione ma
senza averne l’ambizione
Galileo – È vittima del
laicismo più che della chiesa. Che lo ha ridotto alla questione dell’abiura.
Mentre fu un grande studioso applicato. In grado di capire Archimede e
provarlo. Attraverso lunghe, lentissime sperimentazioni. Approssimate. In
giornate per sei mesi brevi. Con lenti sfocate. Strumenti artigianali, di suo
proprio conio. Misurazioni approssimate. Nonché scrittore esimio: semplice,
arguto, attraente – anche questo frutto di esercizio.
Genere – S’intendono
gli studi di genere femminile. Si sono affermati negli anni 1960, ma da qualche
tempo li oscurano gli studi del terzo genere. Il movimento gay avendo preso il relais del movimento femminista. E più
in generale delle minoranze sessuali, transgender, etc. Che i diritti di
genere confinano alla procreazione. Ai confini cioè che gli studi di genere
volevano superare-abbattere.
Islam – A Londra e a Parigi, come al
Cairo e a Teheran, sono le donne all’avanguardia in piazza per l’islam. Anche
per il velo e la proibizione degli alcoolici. Ciò non avviane in Germania, dove
la minoranza islamica è più forte, né negli Usa, dove gli islamici sono numerosi.
È un segno di forza o di debolezza, di Londra
e Parigi?
Non c’è la donna nell’apparato religioso islamico. C’è nei cortei e
le piazze. Per un gesto di libertà, di rivolta? Su consiglio di Madison Avenue,
l’industria del consenso?
Opinione pubblica – È pubblica
opinione anche in inglese, ma per Walter Lippmann, che era tedesco. È public mind correttamente in inglese. È Öffentlichkeit in tedesco, ciò che si
dice, si può (lascia) sapere.
Politica - Diceva
Sciascia la politica attività mediocre riservata ai mediocri. Si dice
anche sui treni. Ma la politica gira attorno alla sacralità del capo: dal capo,
per il capo, con il capo, è esercizio di comando prima che di controllo. Quella
americana più della cinese. Nel Pci, storicamente, più che nella Dc, anche se
della Democrazia Cristiana i capi erano, e sono, numerosi. Quando si pensa alle
notti fumose trascorse a menare il torrone, nelle sezioni o i circoli di partito
e sindacali, le cellule, i gruppi, i consigli comunali, provinciali, regionali,
i comitati, le anticamere, tutto ciò ha un senso nella sacralità dell’esito: diventare
capo. Arricchirsi si fa più proficuamente in altri modi, la politica si ama
perché dà un’autorità.
Un gioco narcisista, caduco, eunuco.
Inspiegabile: di mediocri spesso, più delle masse che in essi si specchiano. Ma
i potenti e gli aspiranti richiamano a grappoli i ragazzi ambiziosi - e le
ragazze. Anche se per parata, chi ha le chiavi dell’amore già comanda. È per
questo la politica un esercizio attraente, per la vergogna della razionalità,
Max Weber si arrampica sugli specchi. In Africa si vede, dove il potere è
dappertutto transitorio, ma il suo fascino continua intatto.
astolfo@antiit.eu
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