mercoledì 15 gennaio 2014

La Corte dei miracoli - “creativa”

“La Corte (Costituzionale) non esce bene da questa vicenda”, del rigetto delle legge elettorale, spiega a M. Antonietta Calabrò il professore Augusto Barbera, decano dei costituzionalisti, ex deputato Pci-Pds. Per due motivi: ha ammesso “un ricorso di dubbia ammissibilità”, e ha ampliato “oltre misura i suoi poteri di interveto creativo”. Più che “oltre misura”, li ha ampliati incostituzionalmente. I suoi torti non sono di poco conto, nell’elenco di Barbera. Ha reintrodotto le preferenze contro un referendum a vasta partecipazione popolare. “Non meno imbarazzante” è la facoltà data al governo di cambiare la legge elettorale per via regolamentare, scardinando l’obbligo di provvedere per legge, e cioè in Parlamento. Con una bestialità: “Persino – questo lascia sbigottiti – introduce le preferenze per il Senato. Che non ne ha mai avute, dalla fondazione della Repubblica”.
Sono giudici di destra? Sono di sinistra? Sono allegri filibustieri. C’è molta ignoranza in questa Consulta “creativa” , non solo nella sentenza sulla legge elettorale. Di giudici cioè impreparati e incompetenti. Almeno tanta ignoranza quanta è la iattanza: sono giudici spensierati. L’epitome del giudice italiano, strapagato, strafottente, legibus solutus, per primo dalla legge di gravità. Sono arrivati a statuire la non applicabilità ai giudici del blocco degli stipendi pubblici nel 2010: altre categorie “autonome”, gli universitari per esempio, si sono visti rigettare i ricorsi, quello dei giudici è stato accolto in poche settimane, per l’“indipendenza”.
Una iattanza, va però riconosciuto nel caso della Consulta, non infondata: tali e tante sono i privilegi cumulati da questa sporca quindicina. Che è pagata molto di più della più alta carica dello Stato, e ha immunità totali. Ogni giudice rimane in carica nove anni e prende 410 mila euro l’anno. Per un paio di orette, in media, di lavoro al giorno – quasi sempre un giorno la settimana. Più tre assistenti, tre addetti alla segreteria, auto con autista e scorta, viaggi e cellulare pagati. Il presidente della Repubblica ha un appannaggio di poco più della metà, 239 mila euro.
Non è tutto, i giudici si sono inventati la presidenza. Il presidente infatti incassa più del doppio del presidente della Repubblica, 490 mila euro. E come lui ha l’alloggio di servizio dentro il palazzo della Consulta in piazza del Quirinale, più quattro assistenti, una segreteria di cinque componenti, auto con autista e scorta. Col trucchetto di fare presidente il giudice più anziano, anche se solo, quindi, per due-tre mesi. In modo da mandarlo in quiescenza con una pensione raddoppiata.
I giudici costituzionali non sono i soli, ma l’iceberg di una professione. Loro assistenti e segretari sono infatti altri giudici, che si mettono fuori suolo per raddoppiare lo stipendio.

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