martedì 28 gennaio 2014

La sinistra al potere, un’“impostura”

Non solo Craxi, Renzi si avvia a diventare il rimosso della sinistra. Degli incondizionali puri-e-duri, ma in fondo al cuore di tutta la sinistra italiana. In questo caso ancora prima di avere dato prova di qualche atto di buongoverno. Di una sinistra favorita nella sua radicalità dalla stampa del potere – il partito del non-governo. Che però sfrutta agevolmente una disposizione di fondo: di ostilità, comunque, al potere.
Se ne può fare l’effetto del senso di inadeguatezza, anche di impotenza, che è proprio di ogni politica. Che marcia sull’entusiasmo, e quindi è soggetta a cadute di tensione. Ma nella sinistra in Italia è una costante. In ogni sua forma. Belinda Cannone, la scrittrice e moralista franco-siciliana, ipotizza all’opera (“Il sentimento d’impostura”, p. 132) nella sinistra europea un “vecchio influsso cristiano: chi ha ragione, deve essere crocifisso, non può governare”, e “il regno della giustizia non è di questo mondo”. O non si direbbe che la sinistra, liberata dall’equivoco Lenin, dal sovietismo, si manifesta per quello che era: libertaria, cioè anarchica, secondo la dottrina liberale? Che è poi anche l’equivoco cristiano, del radicalismo del Cristo, della ragione crocifissa, e della giustizia ultramondana. Favorita – in Italia lo può - da una chiesa che, coma le stampa padronale, può atteggiarsi a radicalista, seppure con le note prudenze (ipocrisie).
L’anarchismo è, nella dottrina liberale, l’esito conseguente del liberalismo stesso. La sinistra pura-e-dura sarebbe, insomma, cristiana e\o liberale. E suicida, bisogna aggiungere, è lì che i due capi si ricongiungono con costanza. Una “contraddizione”, dunque. Evidente. Politica e storica. Che B. Cannone - con l’esempio del “suicidio collettivo” alle presidenziali francesi del 2002, in cui la sinistra portò le proprie divisioni al punto di “dover” votare il debolissimo presidente di destra -  può labellare “impostura”, inadeguatezza.

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