sabato 11 gennaio 2014

L’autoaffondamento del governo

Gli aiuti alle famiglie si riducono al secondo nome all’anagrafe. C’era una riduzione del cuneo fiscale per aumentare il netto in busta paga: sparito. L’Imu prima casa, cancellata ritorna come Tasi, che poi sarà Trise, e poi ancora Iuc. Quattro nomi in pochi mesi, e tante aliquote. Più onerose di prima quando era stata annunciata la cancellazione. Per l’industria e il commercio (capannoni, magazzini) anzi raddoppiate. Senza contare la mini-Imu, una complicazione inverosimile prima che un imbroglio. Mentre gli insegnanti devono rimborsare gli scatti di anzianità, e poi non più. E se il governo, dopo tanti voti di fiducia, annunciasse la sua cancellazione? Letta va da Napolitano e gli dice: “Presidente, gli italiani è meglio che si governino da soli”.
L’utopia è, non da ora, da quando lo Stato è nato, la cessazione dello Stato, la cancellazione: gli uomini si autogovernano, leali e rispettosi. Il governo Letta l’ha realizzata.
Non c’è legge o decisione che prenda che non sia insostenibile, inutile, annullata. Dal governo naturalmente, ma più della Funzione Pubblica. Che è il vero Stato, la continuità. Che fa, e subito dopo disfa. Il più grosso risparmio sarebbe liquidare questo Stato, tre milioni e più d’incapaci.

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