Sta Letta inerte, aspettando che domani la Camera
siluri Renzi. Non rimpolpa il governo, squinternato, tace sulla legge
elettorale e la riforma delle Camere, evita perfino di portare a Bruxelles i
testi pattuiti. Ma non è nervoso, è anzi sicuro del fatto suo.Tanto più che può contare su Boldrini, la presidente
della Camera, impegnata, come dice, a calendarizzare (aggiornare, rinviare).
Faceva così Moro quando domava Fanfani, che era l’uomo del fare – a lui la Repubblica deve le molte-poche cose che è riuscita a fare. C’è un che di già visto nel “duello”: l’attesa sorniona è il metodo dominante di questa politologia confessionale.
Ci saranno domani i franchi tiratori. Questo si
sa. E si sa anche che non saranno molti: non tanti per affossare la nuova legge
Renzi-Berluconi. Ma abbastanza per “domare” Renzi: fargli capire che non
comanda lui. E che le leggi, quella elettorale come le altre dell’ambizioso
progetto renziano di riforma del Parlamento, vanno contrattate.
Democraticamente.
Faceva così Moro quando domava Fanfani, che era l’uomo del fare – a lui la Repubblica deve le molte-poche cose che è riuscita a fare. C’è un che di già visto nel “duello”: l’attesa sorniona è il metodo dominante di questa politologia confessionale.
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