James Dean in versione Chris
Lean, a cavallo e in moto (Jack Nicholson, “Easy Rider”), 1977, e i due ultimi capolavori
di Manara, all’inizio del millennio, sulla generazione tv e la generazione 2.0,
“Rivoluzione” e “Tre ragazze nella rete”. Riviste insieme, danno al fumettista
dell’eros uno spessore antropologico. I nuovi Robespierre di “Rivoluzione” restaurano la ghigliottina per i divi strapagati e strafottenti della tv. Le
“ragazze nella rete”, che si esibiscono cioè in webcam, sanciscono la “virtualità
totale”.
Le ragazze della rete,
Wilma, Wendi e Wanda, formano un “www”, a “un’esistenza da avatar parallela a
quella vera senza farle collidere”. Della virtualità Manara ha avvertito subito
il potenziale: “L’intangibilità”, spiega a Diego Malara, “dei personaggi che
vivono nel mondo virtuale”. Senza bisogno di passare dal virtuale al reale,
anzi per il bisogno opposto. Ma è un po’ di più o un po’ di meno della
tv.ghigliottina? “In fondo, la tv e la ghigliottina hanno qualcosa in comune:
impediscono alla gente di pensare con la propria testa”, è la filosofia di
“Rivoluzione”. I cui eroi si fanno poi vip in tv.
Milo Manara, Potere alla tv, Corriere della sera,
pp. 144. € 10,99
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