All’Aquila uno scandalo sicuramente c’è.
In attesa di sapere se il sindaco, il vice-sindaco e i funzionari si sono
approfittati del terremoto (lo sapremo mai?), è scandaloso che fossero
intercettati da anni. Con mandato di dubbia datazione. Comunque senza un
procedimento aperto. Con esiti assunti e pubblicati a scopi di piccola politica
o di carriera.
C’è un mercato delle intercettazioni. Si
sa ma non si dice. Che si fanno a strascico. “Vendendo” poi le parti sensibili
a questo o quel pubblico ministero interessato, per schieramento politico, per
disegni di carriera. Il Genchi con cui lavorava il N.H.De Magistris per costituirsi
la carriera politica non era il solo. Molti apparati, probabilmente più
istituzionali che privati, di questo o quell’ufficiale comandante della Guardia
di Finanza e dei Carabinieri, vi operano in continuazione.
L’ascolto della Juventus, culminato nello
scandalo del 2006 a opera di due magistrati napoletani in carriera, resta
emblematico, di intercettazioni avviate autonomamente dai Carabinieri. Ora i
casi si moltiplicano, di intercettazione a tappeto e poi selezionate. Si sapeva
di Berlusconi. Si conferma all’Aquila, dapprima contro la destra ora contro la
sinistra politica. Si fa valere ora perché la giunta Cialente doveva cadere, o
per motivi che non sappiamo, roba che risale a quattro e più anni fa.
Contro De Girolamo, altro esempio, si
fanno valere intercettazioni che non sono state effettuate, seppure
abusivamente, come si vuole, da un funzionario della Asl suo nemico. A questi,
imputato per gravi reati, sono state “vendute” – ha accettato di assumersene la
paternità - in cambio di sconti penali. Si fanno intercettazioni a tappeto e
poi si sceverano, trascrivendole selettivamente e proponendole fuori contesto,
per la carriera degli intercettatori, ufficiali e giudici. Solo l’uso
strumentale di queste intercettazioni è attuale.
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