lunedì 27 gennaio 2014

Nonoche al potere

Nonoche è un personaggio di Irène Némirovsky. Un personaggio comico, “artista lirica e drammatica”, rotta alle avventure. La scrittrice della Francia senza pace tra le due guerre aveva una vena comica segreta. Ai suoi stessi familiari: la figlia Denise si dice riconoscente in questa edizione (illustrata, per ragazzi) agli “scopritori di questi testi”. L’ultimo dei quali, “Nonoche al potere”, scriveva un anno fa, poco prima della morte, “potrebbe essere stato scritto oggi!”.
Oggi-oggi, dopo la fine di Trierweiler al potere, il dialogo è ancora più attuale. Nonoche fa ministro il suo amante, immaginandosi con la sua amica Louloute al centro degli affari. “Mi consulterà”, si dice: “Potrò impedire delle guerre. È sempre stato così in Francia, con le donne al governo. Insomma, a lato… La Pompadour, Mlle Sorel...”. Se non che,  una volta al ministero, Èdouard la prega di eclissarsi per “i doveri della Repubblica”.
I “Nonoche”, brevi dialoghi tutto pepe, sono cinque. Quattro dei quali di Irène diciottenne, quando, approdata infine a Parigi attraverso mille peripezie dalla Russia rivoluzionaria, frequentò per un periodo la Sorbona: “Dalla chiaroveggente”, “Al Louvre”, “In vacanza”, “Al cinema”. È una vena comica ignota ai critici. E anche ai biografi, Philipponnat e Lienhardt. Una lievità che dà una luce nuova alla sua opera, e anche alla tragedia personale, nella guerra e l’antisemitismo. Nonoche è un personaggio alla Colette, senza il sussiego. Con qualcosa in anticipo su dadaismo e surrealismo, e molto in anticipo su Queneau e Boris Vian.
I racconti, in forma di “dialoghi comici” tra Nonoche e l’amica Louloute, altrettanto sgallettata, furono pubblicati sulle riviste satiriche “Fantasio” e “Le rire”.
Irène Némirovsky, Nonoche. Dialogues comiques, Mouck, pp. 73, ill., € 13

Nessun commento:

Posta un commento