C’è l’Autorità di controllo sulle
autostrade. L’ha creata l’ultimo governo Prodi a luglio del 2007, sottosegretario
alla presidenza l’onorevole Enrico Letta. “Con competenze di
regolazione economica, in materia di tariffe, prezzi, standard qualitativi,
condizioni di accesso alle infrastrutture”. Ma
i concessionari possono fare la tariffe a piacimento. Non è il solo caso. Sono
ormai una dozzina le Autorità di controllo di questo o quel settore, create a
pioggia negli ultimi trent’anni. A protezione degli utenti nel mercato libero.
Che costano alcuni miliardi – una vera spending review, che cominciasse da quei
faraonici organismi (fanno pure le “inaugurazioni” ogni anno, in polpe), ci
risparmierebbe molte tasse, per costi diretti e indiretti, di funzionamento cioè
e di corruzione. E non proteggono proprio nulla, a meno che non siano i
venditori, i fornitori di servizi, i concessionari.
Prodi lo disse quando le divisò, dopo il
1996, e l’ha ribadito nel 2007. Il disegno era di avere “Autorità indipendenti
di regolazione, vigilanza e garanzia dei mercati, con l’obiettivo di tutelare
al massimo grado diritti e interessi fondamentali dei cittadini sanciti dalla
Costituzione e dai Trattati europei, di contribuire ad accrescere la
trasparenza e la regolazione dei mercati garantendo un più ampio regime di
concorrenza”. E invece ha solo creato dei robusti organismi di sottogoverno.
Che avallano le peggiori barbarie. Economiche e di libertà. Per
primo il monopolismo, altro che liberalizzazione. Ma, soprattutto, sono
Autorità di Censura e Aggravio per gli Utenti.
Monopolismo
Queste Autorità, ognuno lo vede ogni
giorno, non controllano il mercato per gli utenti, che pagano sempre di tutto e
di più. Non hanno mai ridotto nessuna tariffa:
la liberalizzazione non ha portato mai alcun beneficio ai consumatori. Il
mercato controllano evidentemente con solerzia e efficacia a fini di potere.
Essendo una delle strutture recondite più efficaci del potere dell’inefficienza,
degli amici inamovibili degli amici. Con scelta di potere sapiente all’origine:
invece di una grande autorità, con risparmio di spesa enorme, e forse con reale
autonomia, con poteri reali di controllo contro gli abusi, tante piccole
Autorità, tutte costosissime.
Per gli utenti solo nefandezze. Bastino
per tutte quelle del Garante della privacy, che si impone a ogni contratto, sia
pure del valore di pochi euro, di riempire decine di fogli di tre e quattro
firme, in calce a intieri vocabolari a corpo 6, che serviranno a qualche
avvocaticchio ma dopo aver sprecato tanta carta, inchiostri di stampanti, elettricità,
e tempo di lavoro. Le bollette sono diventate illeggibili, sotto l’occhiuta
gestione di queste Autorità. E non c’è bisogno di chiedersi il perché.
Specialmente odiose le bollette dell’Autorità
per l’Energia, luce e gas – nei telefoni forse c’è un po’ di concorrenza, comunque non ci sono
abusi evidenti. Su un consumo di luce per 166 kWh nel bimestre, per un costo di
€ 15,27, si paga una bolletta di € 58,85. Il “resto” è a pagamento della
“commercializzazione”, del “dispacciamento”, dell’Iva e anche di una “perdita
di rete”. Per renderle più illeggibili, le bollette sono di due tipi, che si
alternano. Il bimestre successivo si paga, e basta, su voci arcane - non c’è
più la commercializzazione, il dispacciamento, etc. Il bimestre dopo, ci sono
di nuovo – i casi sono del fornitore Eni Gas & Power.
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