domenica 5 gennaio 2014

Risparmiamoci le Autorità

C’è l’Autorità di controllo sulle autostrade. L’ha creata l’ultimo governo Prodi a luglio del 2007, sottosegretario alla presidenza l’onorevole Enrico Letta. “Con competenze di regolazione economica, in materia di tariffe, prezzi, standard qualitativi, condizioni di accesso alle infrastrutture”. Ma i concessionari possono fare la tariffe a piacimento. Non è il solo caso. Sono ormai una dozzina le Autorità di controllo di questo o quel settore, create a pioggia negli ultimi trent’anni. A protezione degli utenti nel mercato libero. Che costano alcuni miliardi – una vera spending review, che cominciasse da quei faraonici organismi (fanno pure le “inaugurazioni” ogni anno, in polpe), ci risparmierebbe molte tasse, per costi diretti e indiretti, di funzionamento cioè e di corruzione. E non proteggono proprio nulla, a meno che non siano i venditori, i fornitori di servizi, i concessionari.
Prodi lo disse quando le divisò, dopo il 1996, e l’ha ribadito nel 2007. Il disegno era di avere “Autorità indipendenti di regolazione, vigilanza e garanzia dei mercati, con l’obiettivo di tutelare al massimo grado diritti e interessi fondamentali dei cittadini sanciti dalla Costituzione e dai Trattati europei, di contribuire ad accrescere la trasparenza e la regolazione dei mercati garantendo un più ampio regime di concorrenza”. E invece ha solo creato dei robusti organismi di sottogoverno. Che avallano le peggiori barbarie. Economiche e di libertà. Per primo il monopolismo, altro che liberalizzazione. Ma, soprattutto, sono Autorità di Censura e Aggravio per gli Utenti.
Monopolismo
Queste Autorità, ognuno lo vede ogni giorno, non controllano il mercato per gli utenti, che pagano sempre di tutto e di più. Non hanno mai ridotto nessuna tariffa: la liberalizzazione non ha portato mai alcun beneficio ai consumatori. Il mercato controllano evidentemente con solerzia e efficacia a fini di potere. Essendo una delle strutture recondite più efficaci del potere dell’inefficienza, degli amici inamovibili degli amici. Con scelta di potere sapiente all’origine: invece di una grande autorità, con risparmio di spesa enorme, e forse con reale autonomia, con poteri reali di controllo contro gli abusi, tante piccole Autorità, tutte costosissime.
Per gli utenti solo nefandezze. Bastino per tutte quelle del Garante della privacy, che si impone a ogni contratto, sia pure del valore di pochi euro, di riempire decine di fogli di tre e quattro firme, in calce a intieri vocabolari a corpo 6, che serviranno a qualche avvocaticchio ma dopo aver sprecato tanta carta, inchiostri di stampanti, elettricità, e tempo di lavoro. Le bollette sono diventate illeggibili, sotto l’occhiuta gestione di queste Autorità. E non c’è bisogno di chiedersi il perché.
Specialmente odiose le bollette dell’Autorità per l’Energia, luce e gas – nei telefoni forse c’è un  po’ di concorrenza, comunque non ci sono abusi evidenti. Su un consumo di luce per 166 kWh nel bimestre, per un costo di € 15,27, si paga una bolletta di € 58,85. Il “resto” è a pagamento della “commercializzazione”, del “dispacciamento”, dell’Iva e anche di una “perdita di rete”. Per renderle più illeggibili, le bollette sono di due tipi, che si alternano. Il bimestre successivo si paga, e basta, su voci arcane - non c’è più la commercializzazione, il dispacciamento, etc. Il bimestre dopo, ci sono di nuovo – i casi sono del fornitore Eni Gas & Power.

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