Un epitaffio squallido della
cosiddetta Seconda Repubblica. I cui protagonisti sono esibiti in invereconde
esibizioni, di cui non si rendono conto: Prodi, Berlusconi, Amato, D’Alema, De
Benedetti, Monti, e la storia continua con Renzi. Tanta albagia, e su tutto sospetti,
accuse, invettive reciproche, senza mai un’idea. Alle spalle di un paese devastato dalla
questione morale, che invece Friedman ricorda, quando ci arrivò da
corrispondente del “Financial Times” a Milano trent’anni fa, ”quinta potenza economica
del mondo”, e in via di modernizzazione, pieno di idee e incubatori di idee.
Ora in ritardo su tutto, e pieno di
buchi, che in gran parte sono ruberie – legali, comunque coperte dalle Procure.
Un libro malinconicissimo.
Quasi illeggibile tanto è deprimente. Si capisce che l’editore abbia puntato
sul Napolitano re di briscola per farlo leggere, il presidente che
“trama-all’ombra-del-Quirinale” – anche se non sa che cosa (si chiamano Monti e
Passera gli uomini del presidente….).
Alan Friedman, Ammazziamo il gattopardo, Rizzoli, pp. 300
€ 18
Nessun commento:
Posta un commento