“Il bacio in bocca è insieme
un atto fisico e metafisico”. Una delle poche forme di “libertà dell’essere
nell’amore”. Per questo associato, “nell’epoca teologica”, a un “bacio di Dio”.
Con condimento di Heidegger – e Agamben: se la morte di Heidegger è “lo scrigno
del nulla”, il bacio non sarà “uno scrigno
dell’essere? Oggi, nell’epoca “economica” che Amleto presagiva, degradato e
quasi abolito.
Che credito dare al
teatrante filosofo, allievo di Gadamer e Severino? Tale Ricordi si professa. Domenica
Verdone ha cercato di spiegare a Fazio la tecnica del bacio. Senza successo,
benché la sparring partner fosse Paola Cortellesi. C’è dunque un tecnica del bacio,
Hollywood ne aveva dato le misure col codice Hays, con più precisione che
Alfonso de’ Liguori a uso dei confessori. E c’è, ora, anche la filosofia?
Sul fatto, Ricordi ha
ragione: Fazio non c’è riuscito. Si può obiettare: chi darebbe un bacio a
Fazio? Ma è più di un fatto personale, è un segno dei tempi: non c’è più il
bacio a teatro, per la prima volta nella storia, dopo che Brecht, il più
importante drammaturgo del secondo Novecento, lo ha abolito. L’epicedio lo ha
celebrato Tornatore, “Nuovo Cinema Paradiso”, col collage finale dei baci rubati. A meno di non ridurlo a pratica
feticista – ma allora minore, rispetto a quanto il web esibisce: il bacio in
bocca mal si acconcia al sesso.
Un’altra cosa certa della
riflessione è la scorribanda nel grande teatro dove il bacio ricorre: gli
effetti sono spesso sorprendenti. A partire da Shakespeare – nella tragedia
greca il bacio era inibito, come la morte in diretta. E dalle sue preziose rime baciate: come la rima
baciata è il fondamento della poesia in tutte le lingue, il bacio è “in
fondamento ancestrale del nostro linguaggio”, e “la rappresentazione teatrale,
pertanto esistenziale, della vita”. Insomma, “il bacio è la vita”. Officiante Leopardi – sì, quello di Recanati
(Consalvo”, “Amore e morte”, “Il pensiero dominante”). Con Kleist e Foscolo. Se
non che già Amleto presagiva brutti tempi con l’“economia”. E questo è
avvenuto: se non l’apparizione, la sparizione del bacio in effetti è epocale.
Sicuramente avvincente è
peraltro la parte teatrale. Di Brecht – e dello stesso Heidegger, insensibile
all’amore: la desertificazione che Brecht ha operato, non solo dell’amore, di
ogni sentimento, compreso quello del denaro o del potere, nella retorica della
necessità, fuori e contro la libertà, in cui ha avvinto il mondo, con sapienza,
per mezzo secolo buono. Attraverso il teatro, che “implica un accadere «qui e
ora»”, e “appartiene alla nostra condizione umana di dramatis personae”. Una
filosofia del teatro urgerebbe di più.
Franco Ricordi, Filosofia del bacio, Mimesis, pp. 99 €
5,90
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