mercoledì 5 febbraio 2014

Il bacio sparito

“Il bacio in bocca è insieme un atto fisico e metafisico”. Una delle poche forme di “libertà dell’essere nell’amore”. Per questo associato, “nell’epoca teologica”, a un “bacio di Dio”. Con condimento di Heidegger – e Agamben: se la morte di Heidegger è “lo scrigno del nulla”, il bacio non sarà “uno scrigno dell’essere? Oggi, nell’epoca “economica” che Amleto presagiva, degradato e quasi abolito.
Che credito dare al teatrante filosofo, allievo di Gadamer e Severino? Tale Ricordi si professa. Domenica Verdone ha cercato di spiegare a Fazio la tecnica del bacio. Senza successo, benché la sparring partner fosse Paola Cortellesi. C’è dunque un tecnica del bacio, Hollywood ne aveva dato le misure col codice Hays, con più precisione che Alfonso de’ Liguori a uso dei confessori. E c’è, ora, anche la filosofia?
Sul fatto, Ricordi ha ragione: Fazio non c’è riuscito. Si può obiettare: chi darebbe un bacio a Fazio? Ma è più di un fatto personale, è un segno dei tempi: non c’è più il bacio a teatro, per la prima volta nella storia, dopo che Brecht, il più importante drammaturgo del secondo Novecento, lo ha abolito. L’epicedio lo ha celebrato Tornatore, “Nuovo Cinema Paradiso”, col collage finale dei baci rubati. A meno di non ridurlo a pratica feticista – ma allora minore, rispetto a quanto il web esibisce: il bacio in bocca mal si acconcia al sesso.
Un’altra cosa certa della riflessione è la scorribanda nel grande teatro dove il bacio ricorre: gli effetti sono spesso sorprendenti. A partire da Shakespeare – nella tragedia greca il bacio era inibito, come la morte in diretta. E dalle  sue preziose rime baciate: come la rima baciata è il fondamento della poesia in tutte le lingue, il bacio è “in fondamento ancestrale del nostro linguaggio”, e “la rappresentazione teatrale, pertanto esistenziale, della vita”. Insomma, “il bacio è la vita”. Officiante Leopardi – sì, quello di Recanati (Consalvo”, “Amore e morte”, “Il pensiero dominante”). Con Kleist e Foscolo. Se non che già Amleto presagiva brutti tempi con l’“economia”. E questo è avvenuto: se non l’apparizione, la sparizione del bacio in effetti è epocale.
Sicuramente avvincente è peraltro la parte teatrale. Di Brecht – e dello stesso Heidegger, insensibile all’amore: la desertificazione che Brecht ha operato, non solo dell’amore, di ogni sentimento, compreso quello del denaro o del potere, nella retorica della necessità, fuori e contro la libertà, in cui ha avvinto il mondo, con sapienza, per mezzo secolo buono. Attraverso il teatro, che “implica un accadere «qui e ora»”, e “appartiene alla nostra condizione umana di dramatis personae”. Una  filosofia del teatro urgerebbe di più.
Franco Ricordi, Filosofia del bacio, Mimesis, pp. 99 € 5,90

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