Tutto spinge verso il bel gesto: Napolitano si sdegna e se ne va. Con la complicità di buona parte dell’ex Pci. E la collusione di Berlusconi. Lo stesso tentativo di Renzi di rinnovare tempi e modi della politica sembra concorrere: è presentato e vissuto come un diversivo – Renzi si deve logorare, troppo irruente..
Si punta forte sul Pd, ma depurato delle tracce ex comuniste, come già di quelle ex socialiste. E a non far decadere, con la legislatura, questo imprevisto monocolore Dc, la sola soluzione di governo possibile in questa legislatura, una grazia del cielo per i neo confessionali.
Non c’è la confusione amletica, c’è un siluro che non sgarra, diritto all’obiettivo. Un munizionamento di riserva risulta apprestato, che subito si fa valere. Oggi le “rivelazioni” di Zapatero, benché vecchie di duei mesi. Domani esce il libro. Dopodomani ci saranno le rivelazioni francesi? E poi ci sono Bruxelles, gli Usa, Londra, etc.
Il “complotto” politico non è tutto. C’è - e più ci sarà - quel piano economico alternativo commissionato a Passera. Che non è neanche Monti, era solo uno di Banca Intesa (cioè di Bazoli), ex braccio destro di De Benedetti. Un piano rivisto più volte, su e giù per l’Italia. Come a dire: è l’“Europa” (Merkel, Sarkozy) che ha imposto Monti a Napolitano, o Napolitano che lo ha proposto all’“Europa”?
Questa difesa d’ufficio che si propone di Napolitano è la più insidiosa. Si fa molto richiamo all’Europa, che avrebbe voluto un ricambio. Non è possibile, l’Europa non ha mai cacciato un governo, neanche in casi peggiori. Ma, soprattutto, è un’Europa talmente mediocre, Sarkozy, Merkel, Barroso, che non si può non vedere in questa difesa l’insidia peggiore per Napolitano: essere stato il quisling di Sarkozy.
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