Una novità c’è, in
questa storia. Rispetto alla prima edizione, rilegata, 2012, è saltata nella
presentazione della “fine degli anni settanta” questa frase: “Agli ultimi, cupi sussulti del decennio morente si intreccia
l’emergere di trasformazioni colossali che riguardano l’economia e la cultura,
il privato e il pubblico, la politica e la comunicazione”. Il resto rimane,
uniforme, plumbeo: Con poca storia – un lungo articolo togliattiano, nella
lezione di Scalfari, il successore di Togliatti e Berlinguer. Cominforme quindi,
e pieno di sussiego. C’è da dimostrare che Berlusconi è Craxi, anche se non si
sa a che fine. Lo storico svolge il compito. Il lettore rimpiange i soldi
spesi.
Non
c’era il Muro? Un Muro? Il Muro non è caduto? Sarà. Non c’era un Partito Comunista
Italiano, pieno di voti e alterigia, che fece l’austerità e i governicchi di
Andreotti? Il glorioso Pci, certo. Non c’era l’inflazione sopra il 20 per cento?
La scala mobile non alimentava l’inflazione e il debito pubblico? L’inflazione,
la scala mobile? Prodi non aveva regalato la Sme a De Benedetti, con una dote
di 30 miliardi di lire? Non c’è stata un sinistra in questi quasi cinquant’anni
dall’assassinio di Moro? Questa sinistra non è stata ed è dominante nella
finanza, nei media, nell’università, nella giustizia, e alcune volte anche in
Parlamento? No, pare ci si stata solo una “anomala alleanza di centrodestra”.
Sola? Anomala?
Ma
a che scuola li mandano, questi storici? Marx direbbe che li paga Berlusconi.
Guido Crainz, Il
paese reale. Dall’assassinio di Moro all’Italia di oggi, Donzelli pp. 320 € 21,50
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