Tutto è come se l’impeachment di Napolitano andasse votato:
i tempi, l’accusa di aver tramato a giugno del 2011 contro il governo, l’autorevolezza
dei testimoni d’accusa. Berlusconi non oserà, ma sarà peggio. Se non è questo l’obiettivo
della trappola: svilire le istituzioni, sfiancarle.
Le premesse non lasciano
dubbi. Le interviste di Alan Friedman con gli amici del giaguaro, De Benedetti,
Prodi, lo stesso Monti. L’uscita del libro dopodomani. L’anticipazione di oggi
sul “Corriere della sera”, per un amaro san Valentino.
Manca solo la liaison con Ackermann, il banchiere
svizzero della Deutsche Bank, che a giugno 2011 scatenò lo spread, con vendite e rumours.
Già socio in affari di De Benedetti. Benefattore e pupillo di Angela Merkel. Ma
il complotto è già solido come si presenta.
Quello che
Friedman non dice è che quello Napolitano-Monti era il governo dei banchieri. Di
Monti con Passera, l’uomo azienda di Banca Intesa. E che ora è lo stesso partito
bancario – “Milano”, gli affari, la Rcs di Banca Intesa (o Giovanni Bazoli) - a fare la festa a Napolitano.
Dice: ma Tremonti
era antipatico. O Berlusconi. È l’unica “ragione” dei complottisti? Ci prendono
in giro – ma hanno ragione: in effetti il paese è “di merda”, come dicono loro,
che li prende per i suoi alfieri di sinistra.
Certo, Napolitano
non ci fa una bella figura, il primo presidente (ex) comunista della
Repubblica. Ha fatto tutto da sé? Ma non è mai stato uomo di potere, o di
banca. Ha avuto un suggeritore mefistofelico? Ha abbastanza anni e esperienza
di queste cose. Il debole non diventa forte, il vecchio non è più saggio:
affidarsi a degli affaristi?
Tutto è come se l’impeachment di Napolitano andasse votato:
i tempi, l’accusa di aver tramato a giugno del 2011 contro il governo, l’autorevolezza
dei testimoni d’accusa. Berlusconi non oserà, ma sarà peggio. Se non è questo l’obiettivo
della trappola: svilire le istituzioni, sfiancarle.
Le premesse non lasciano
dubbi. Le interviste di Alan Friedman con gli amici del giaguaro, De Benedetti,
Prodi, lo stesso Monti. L’uscita del libro dopodomani. L’anticipazione di oggi
sul “Corriere della sera”, per un amaro san Valentino.
Manca solo la liaison con Ackermann, il banchiere
svizzero della Deutsche Bank, che a giugno 2011 scatenò lo spread, con vendite e rumours.
Già socio in affari di De Benedetti. Benefattore e pupillo di Angela Merkel. Ma
il complotto è già solido come si presenta.
Quello che
Friedman non dice è che quello Napolitano-Monti era il governo dei banchieri. Di
Monti con Passera, l’uomo azienda di Banca Intesa. E che ora è lo stesso partito
bancario – “Milano”, gli affari, la Rcs di Banca Intesa (o Giovanni Bazoli) - a fare la festa a Napolitano.
Dice: ma Tremonti
era antipatico. O Berlusconi. È l’unica “ragione” dei complottisti? Ci prendono
in giro – ma hanno ragione: in effetti il paese è “di merda”, come dicono loro,
che li prende per i suoi alfieri di sinistra.
Certo, Napolitano
non ci fa una bella figura, il primo presidente (ex) comunista della
Repubblica. Ha fatto tutto da sé? Ma non è mai stato uomo di potere, o di
banca. Ha avuto un suggeritore mefistofelico? Ha abbastanza anni e esperienza
di queste cose. Il debole non diventa forte, il vecchio non è più saggio:
affidarsi a degli affaristi?
Nessun commento:
Posta un commento