Due diverse
antologie dello stesso testo, i “Diari” che Hebbel tenne per tutta la vita
attiva, due diversi criteri di scelta, due opere diverse. Le antologie fanno
molti scherzi agli autori. Sentenziosa, e quindi poca cosa al confronto con
altri massimari, studiati, la scelta del pianista Brendel (proposta da
Adelphi), significativa e ancora viva quella di Scipio Slataper nel 1931, riproposta
quindici anni fa da Antonio Castronuovo per l’editrice La Mandragora, e ora risuscitata
insieme col logo editoriale originale. Due diverse traduzioni anche, quella di
Slataper meno filologica ma più “aderente”. E così in italiano, dove lo Hebbel
tragico è quasi sconosciuto, malgrado gli studi di Farinelli, Borgese, Lukáks,
Mittner, il suo diario ha tre edizioni in contemporanea.
Lo Hebbel
diaristico non è stimato, nell’interessante disamina che ne fa Castronuovo: se
piace ai lettori, da questi bisogna escludere i critici, con poche eccezioni. “Riposo serale”, Benjamin perfido annota
nel 1928, “sta critto a grandi lettere sul pensiero di Hebbel”. Più radicale
Emilio Cecchi, che l’aveva letto in francese nel 1911: “i pensieri di Hebbel
nei Diari” dice “assai più voluti pensare che pensati”. Castronuovo vuole
Nietzsche “positivamente” impressionato da Hebbel, ma dai drammi, “Giuditta” e
“I Nibelunghi” – anche se in Nietzsche il nome non ricorre mai. Thomas Mann scrisse
dei “Diari” nel 1904, impressionato dalla mole, duemila pagine, impressionato
negativamente. Mentre ne fu entusiasta Kafka, che li lesse nello stesso anno,
come più tardi lo sarà Canetti – benché Hebbel abbia più di un cenno
antisemita.
Castronuovo
si segnala soprattutto per la sintesi del nodo nevralgico di Hebbel diarista e
tragediografo: salvare l’individuo nella piattezza della modernità con
l’affermazione del “contadino” come “spirito del mondo” - in anticipo quindi di
un secolo sull’autenticità di Heidegger (e di Pasolini). Hebbel assume la polemica
romantica sul filisteismo: antiborghese, antimercantile. E antimodernista, a
volte voluttuosamente reazionaria.
Estratti di
saggezza? “I figli devono essere partoriti perché le madri non muoiano”. “La
fede non è un’attività oscura dello spirito, ma sì chiarissima: abbraccia con
sicurezza l’affine che sta fuori della cerchia dell’intelletto”. “Il veramente
soggettivo è nient’altro che una specie di oggettivo. Allarga il mondo,
esprimendo i fenomeni che possono accadere solo nel cerchio di una data
personalità”. “La donna nell’uomo lo tira alla donna, l’uomo nella donna tiene
testa all’uomo”.
Friedrich
Hebbel, Diario, Carabba, pp. 134 €
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