Geniale
Bulgakov, medico-scrittore, avrà inventato anche “E.R. – Medici in prima linea”,
e il serial tv. Questi racconti si possono dire un’anticipazione, nel 1925 (ma
già a caldo, i veri “Appunti”, poi perduti, erano del 1917, e del 1921 una
seconda redazione, anch’essa smarrita), di Michael Crichton, i suoi “Casi di
emergenza” e la serie che Steven Spielberg ne ha tratto,. Le vicissitudini di
un neolaureato medico unico di un ospedalino di provincia, con cento e passa
pazienti al giorno, e molta chirurgia avventurosa, tra il 1916 e il 1917, tra
le tormente, e lunghe notti a lume a petrolio. Ora che Hardcastle ne ha tratto
una serie tv, di cui si prepara la terza edizione, dopo le mini-serie 2012 e
2013, si apprezza il lato “visionario” della narrativa di Bulgakov, la sua
capacità di mettere a fuoco le situazioni più impensate, anche improbabili.
Si
ride molto, c’è molta ignoranza nella miseria, ai limiti della stupidità, e si
piange, ma sempre si ricorda. La letteratura
russa ha una tradizione di medici: il medico scrittore (Cechov), il medico
personaggio (Živago). Bulgakov è medico, scrittore e personaggio. “Morfina”, il
racconto lungo altrimenti noto, incluso nella raccolta, ripercorre l’esperienza
personale della dipendenza contratta da Bulgakov per una vaccinazione
antidifterica che gli provocava dolori insopportabili: ottenutone sollievo con
piccole dosi di morfina, ne divenne succube per un anno e mezzo. È come scriveva Milli Martinelli, proponendo
la raccolta venticinque anni fa: nell’ospedalino Bulgakov “ha sperimentato
l’assoluto controllo della propria emotività”, che poi trasfonderà nella
scrittura, usando caratteristicamente “la penna da grande dissezionatore del
fatto da rappresentare”, da “anatomista del dettaglio”.
Michail
Bulgakov, Appunti di un giovane medico,
Bur, pp. 203 € 8
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