Quando,
trentacinque anni fa, il 24 marzo 1979, Andreotti fece decapitare la Banca
d’Italia, mandando in carcere il vice-direttore generale Sarcinelli, e ai
domiciliari il governatore Paolo Baffi, “soltanto la correttezza e la lealtà
delle altre banche centrali dei maggiori Paesi industrializzati impedirono a
questi eventi di produrre contraccolpi, che avrebbero potuto essere devastanti,
sull’equilibrio della lira sui mercati”. Lo ha notato Massimo Riva nel 1990,
pubblicando su “Panorama” il diario di Baffi su quegli eventi, ed è vero.
Singolare
è oggi, riandando a quella storia, il raffronto con la Bundesbank di Angela
Merkel. Che invece ha imperversato contro l’Italia per tutta la crisi del
debito, o dello spread, a partire da
fine 2010. E anzi l’ha creata – perché il mercato così si regola – con continue
minacce e intimidazioni. Pubbliche, e rediffuse, nel caso fossero passate
inosservate. Tutto il contrario della riservatezza che si richiede alle autorità
monetarie, il cui compito primario è prevenire le crisi, e quando intervengono
curarle, e non provocarle.
mercoledì 26 marzo 2014
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento