Spara alla cieca
anche Pierluigi Battista, e allora è bene mettere online tutto il parere imputato della bocciatura di Simonetta Bartolini a Letteratura Italiana Contemporanea, non la sola parola “militante” che si fa girare
ingiuriosamente. Battista accusa oggi di maccartismo “un commissario
(politico?), Mario Sechi, la cui fama scientifica ha raggiunto gli angoli più
remoti del mondo”, lo accusa sul “Corriere della sera”: “Il maccarthismo alla
rovescia colpisce una studiosa di destra”. È un po’ difficile accusare Sechi,
professore a Bari, di sinistrismo. Senza contare che tutt’e sei i commissari
hanno detto di no all’abilitazione della direttrice del giornale online
totalità.it. Pur apprezzandone, curiosamente, l’anticonformismo. Ma ecco il
parere che indigna, di Sechi Mario:“Ricercatrice
Roma Università Pio V dal 2003. La candidata, che anche prima dell’inquadramento
nel ruolo dei ricercatori ha tenuto per affidamento didattico cinque discipline
dell’area dell’italianistica e affini, e che vanta una grande visibilità in
eventi culturali di vario genere e spessore, svolge una impegnativa attività
giornalistica a tutto campo sul web sulla carta stampata e in TV. Come
studiosa, presenta un profilo marcatamente militante, orientato sulle tesi del
revisionismo storiografico (sul fascismo e sulla Resistenza come guerra civile,
e sulla stessa esperienza della RSI), e impegnato in un tentativo di rivalutazione
di autori rivendicati dalla destra politica come fondativi di una tradizione
alternativa a quella “vincente” ed egemonicamente canonizzata: da Soffici e
Barna Occhini (di cui ha pubblicato il carteggio nel 2002), a Papini e a
Guareschi (che viene messo a confronto con Primo Levi in un saggio del 2008), a
Comisso nella sua formazione dannunziana, a un Pasolini proiettato sin dai suoi
esordi in una prospettiva ultra-mistica e ultra-tradizionalista. Gli interessi
per la mistica sono peraltro attestati da un interessante saggio su Cristina
Campo pubblicato nel 2012.
“Di maggiore
impegno l’unica monografia presentata, Ardengo Soffici il romanzo di una vita,
del 2002, che tuttavia evidenzia un uso alquanto selettivo delle fonti storiche
e della vasta bibliografia sulla cultura del fascismo. Nel complesso non si
possono non rilevare una sostanziale episodicità degli spunti di ricerca, e una
scelta limitata e limitativa di oggetti e temi. Per le suddette ragioni non
ritengo possibile proporre che le sia attribuita l’abilitazione richiesta”.
Alberto Cadioli
dice: “Per la disomogenea (per tipologia e risultati) produzione e per
l’assenza di quei criteri di ricerca e di approfondimento indicati come parametri
per il conferimento dell’abilitazione a professore associato, non si ritiene di
proporre il conferimento dell’abilitazione per professore di seconda fascia
alla candidata”. E così via, Piero Pieri, Nicola Merola, e gli altri. Ma non si
tratta di dare addosso a Simonetta Bartolini. Semmai di complimentarla come
regina del giornalismo online, in cui basta una parola per dire tutto, anche ai
giornali che paghiamo, “Libero”, “Il Giornale” e il “Corriere della sera”. Il
giudizio su Simonetta Bartolini studiosa era leggibile con due clic su
abilitazione.miur. Ma basta la parola, “militante”, e l’articolo è fatto.
Indignato, come si deve.
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