lunedì 17 marzo 2014

Giù le mani dalla militante

Spara alla cieca anche Pierluigi Battista, e allora è bene mettere online tutto il parere imputato della bocciatura di Simonetta Bartolini a Letteratura Italiana Contemporanea, non la sola parola “militante” che si fa girare ingiuriosamente. Battista accusa oggi di maccartismo “un commissario (politico?), Mario Sechi, la cui fama scientifica ha raggiunto gli angoli più remoti del mondo”, lo accusa sul “Corriere della sera”: “Il maccarthismo alla rovescia colpisce una studiosa di destra”. È un po’ difficile accusare Sechi, professore a Bari, di sinistrismo. Senza contare che tutt’e sei i commissari hanno detto di no all’abilitazione della direttrice del giornale online totalità.it. Pur apprezzandone, curiosamente, l’anticonformismo. Ma ecco il parere che indigna, di Sechi Mario:“Ricercatrice Roma Università Pio V dal 2003. La candidata, che anche prima dell’inquadramento nel ruolo dei ricercatori ha tenuto per affidamento didattico cinque discipline dell’area dell’italianistica e affini, e che vanta una grande visibilità in eventi culturali di vario genere e spessore, svolge una impegnativa attività giornalistica a tutto campo sul web sulla carta stampata e in TV. Come studiosa, presenta un profilo marcatamente militante, orientato sulle tesi del revisionismo storiografico (sul fascismo e sulla Resistenza come guerra civile, e sulla stessa esperienza della RSI), e impegnato in un tentativo di rivalutazione di autori rivendicati dalla destra politica come fondativi di una tradizione alternativa a quella “vincente” ed egemonicamente canonizzata: da Soffici e Barna Occhini (di cui ha pubblicato il carteggio nel 2002), a Papini e a Guareschi (che viene messo a confronto con Primo Levi in un saggio del 2008), a Comisso nella sua formazione dannunziana, a un Pasolini proiettato sin dai suoi esordi in una prospettiva ultra-mistica e ultra-tradizionalista. Gli interessi per la mistica sono peraltro attestati da un interessante saggio su Cristina Campo pubblicato nel 2012.
“Di maggiore impegno l’unica monografia presentata, Ardengo Soffici il romanzo di una vita, del 2002, che tuttavia evidenzia un uso alquanto selettivo delle fonti storiche e della vasta bibliografia sulla cultura del fascismo. Nel complesso non si possono non rilevare una sostanziale episodicità degli spunti di ricerca, e una scelta limitata e limitativa di oggetti e temi. Per le suddette ragioni non ritengo possibile proporre che le sia attribuita l’abilitazione richiesta”.
Alberto Cadioli dice: “Per la disomogenea (per tipologia e risultati) produzione e per l’assenza di quei criteri di ricerca e di approfondimento indicati come parametri per il conferimento dell’abilitazione a professore associato, non si ritiene di proporre il conferimento dell’abilitazione per professore di seconda fascia alla candidata”. E così via, Piero Pieri, Nicola Merola, e gli altri. Ma non si tratta di dare addosso a Simonetta Bartolini. Semmai di complimentarla come regina del giornalismo online, in cui basta una parola per dire tutto, anche ai giornali che paghiamo, “Libero”, “Il Giornale” e il “Corriere della sera”. Il giudizio su Simonetta Bartolini studiosa era leggibile con due clic su abilitazione.miur. Ma basta la parola, “militante”, e l’articolo è fatto. Indignato, come si deve.

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