Anche Mario
Albertini, il filosofo che presiedeva il Movimento Federalista Europeo in
Italia, aveva ben presente che non si poteva creare una moneta senza un sistema
politico comune: “Non si può progettare l’unificazione
monetaria dell’Europa senza progettare la creazione di uno Stato federale
europeo”. Ma subito dopo si contraddiceva,
prospettando l’unione monetaria come leva per forzare l’unione politica: “Il
punto decisivo mi sembra questo: bisogna accettare, e sostenere, contro la logica,
un’operazione graduale di unificazione monetaria preliminare, e non successiva,
alla creazione di un potere politico europeo, perché i protagonisti… non si
comportano seguendo criteri logici… Si tratta di un espediente, ma ci sono
degli espedienti utili”. Pur avendo
predenti i rischi: “Forse ci sono degli espedienti che possono
spingere le forze politiche su un piano inclinato”.
Contrari secondo logica, condividendo cioè la stessa sequenza di
Albertini, erano i governatori delle banche centrali. Nel saggio di Simona
Ferrulli
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