Non si può dire
la “periferia dell’impero” perché è titolo di U. Eco, ma è la stessa cosa.
Rovesciata: dall’Italia Eco faceva le “cronache da un nuovo medioevo”, qui il
“medioevo” sembrano gli Usa, remoti, un po’ come il sacro romano impero, quelle
robe lì. Perlomeno a vederli oggi, a Roma.
Non erano proprio
50, come dice la Rai, erano forse una ventina, forse trenta, ma abbastanza per
creare un clima da fantascienza. Il presidente Obama ha già di suo una figura
da “Star Treck”. Il modo di parlare. I concetti. Col convoglio blindato
di gipponi neri e grigioverdi per le strade di Roma, tante piccole navi stellari con
le ruote, vetri schermati, rombanti mute nel silenzio che le sovrastava, di
gente più sbalordita che incuriosita, che fotografava per riflesso condizionato.
I giornali
dicono anche che queste 26 macchine blindate sono state sbarcate dagli Usa con
appositi C-130, gli enormi aerei da trasporto. E uno si conferma, prospettandosi
analoghe flotte sbarcate a Bruxelles, Amsterdam, Parigi o dove altro Obama va,
di essere una provincia dell’impero. Non ribelle. Ma remota.
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