venerdì 28 marzo 2014

“La moneta feticcio”

“La storia monetaria d’Europa ci rivela che, ogni qual volta la parità di cambio è stata eretta a feticcio o imposta senza adeguato riguardo alle sottostanti condizioni dell’economia, le conseguenze sono state nefaste”. Fa 25 anni il 3 giugno l’ultimo articolo di Paolo Baffi, il governatore della Banca d’Italia che tentò di scongiurare l’euro come sarà instaurato dal trattato di Maastricht, pubblicato su “La Stampa”.
Baffi si avvaleva di uno studio belga per ribadire che “un coordinamento troppo spinto di politiche economiche elimina l’elemento concorrenza caratteristico del Mercato comune, dal livello più alto in cui la concorrenza può esplicarsi, che è quello della formazione delle politiche medesime”.
Baffi non s’illudeva sul livello della coscienza comune europea. La Bundesbank non lo smentiva, che faceva “cavaliere solitario”. Ma il conformismo prevalse, l’opinione dominante della Bundesbank cioè, cui l’Italia decise di accodarsi per malinteso europeismo. 

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