lunedì 3 marzo 2014

Le divisioni della Germania

L’Ucraina divisa sarà stata l’operazione più agevole, ma non è l’ultima. Una nuova Europa si va ridisegnando da un venticinquennio attorno all’egemonia tedesca. Resta in attesa il Belgio, qualora la nuova politica, di allineamento su Berlino invece che su Parigi, non risultasse adeguata. La Svizzera si è premunita col referendum anti-stranieri, ma non è detto che basterà.Il primo passo fu effettuato dalla Germania appena riunificata a spese della Jugoslavia, promuovendo una serie di secessioni all’insegna del marco. La Germania, venendo da una divisione, sa come si inoculano e si tengono vivi i suoi veleni. Il secondo la pronta divisione della Cecoslovacchia.Procede, muto ma schiacciante, il ridisegno della carta europea attorno alla Germania. In Jugoslavia, Cecoslovacchia, e ora in Ucraina, l’attrazione tedesca si esercita su popolazioni slave e non tedesche. Ma è lo stesso forte, anche se non è etnica. La Germania è peraltro l’unica nazionalità forte oggi in Europa, non contestata e anzi adesiva, attraente.
Costante della nuova Germania dopo la riunificazione, dei governi moderati come di quelli di sinistra, di Schröder come di Angela Merkel, è la proiezione continentale invece che atlantica. Ciò presuppone una politica di buon vicinato e anzi di asse con la Russia. Nella proiezione verso il grande continente euroasiatico che s’intende il futuro. Ma in questa prospettiva, a bilanciare il sovrappeso russo,  la Germania s’irrobustisce a sua volta, con stati e staterelli confederati di fatto, utili intanto del day-to-day dell’euro e il mercatino europeo. 
Un fantascienziato politico potrebbe argomentare tra dieci anni una Catalogna indipendente “seconda casa”  tedeschi. Tra cinquanta una Slesia autonoma dentro una Polonia confederata. E\o un’Alsazia-Lorena indipendente in una Confederazione del Reno. Tra cento un Lombardo-Veneto indipendente, cioè pangermanico. 

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