lunedì 24 marzo 2014

L’Europa della Germania

L’unico dei primi e grandi paesi europeisti a non soffrire la crisi è la Germania. La crisi economica, e la crisi politica di rigetto. Per la ragione evidente che la Germania ha tratto profitto dall’aggravarsi della crisi che essa ha imposto. L’Europa che si contesta è quella della Germania e dei suoi satelliti, dal Baltico al Danubio.
L’opinione italiana vuole la Germania virtuosa e l’Italia (la Francia, l’Olanda, etc.) imprevidente. Ma questo è vero oggi come lo era vero ieri, quando lo spread era a 40 punti base, un’inezia. Inoltre, l’Italia (la Francia, l’Olanda, etc.) le riforme le ha fatto, stroncando le pensioni, la sanità, etc. Solo non ha adottato il mercato del lavoro del tipo schiavistico che alla Germania è stato consentito, dopo che ha avuto per anni una disoccupazione sopra i cinque milioni. Ma di questo non si può fare una colpa all’Italia (la Francia, l’Olanda, etc,.): l’Europa vorrebbe, o dovrebbe, portare la Cina al proprio livello, non cinesizzarsi.
L’opinione italiana vuole anche la ricetta tedesca insostituibile. Mentre sanno tutti che non è vero - sono i rudimenti dell’economia: non si stringe la cinghia nella recessione. Nei tre anni in cui ha semidistrutto l’Europa, con sorrisi di compatimento, telefonate minatorie, e diktat ai tavoli, Angela Merkel andava in giro a dire: senza di me il diluvio.
È andata a dirlo pure ad Atene, che letteralmente e personalmente ha voluto distrutta. Quindi lo diceva a fini interni, per vincere le elezioni, che infatti ha vinto. Perché è vero: i tedeschi sono tornati all’ora del revanscismo (la superiorità morale, l’egemonia, etc.). Ma non del tutto: revanscisti i tedeschi lo erano anche con i russi a Berlino, solo che i vecchi democristiani, da Adenauer a Kohl, li hanno tenuti al passo.
La politica ha anche una funzione pedagogica. La pedagogia della Merkel è invece di cavalcare lo sciovinismo. L’informazione sulla Germania latita, o è singolarmente conformista. Ma non c’è dubbio, riannodando lo svolgimento della crisi finanziaria italiana: essa è stata preparata, promossa e accompagnata da una serie di iniziative e dichiarazioni dei suoi più stretti collaboratori alla Bundesbank e al ministero delle Finanze, compreso il ministro Schaüble.

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