Obama fa la (finta) guerra, il
conto lo manda all’Europa. C’è un jeu de
dupes attorno ai “negoziati” con la Russia sull’Ucraina. Nella quale gli
Usa pretendono ritorsioni che l’Europa pagherebbe. Sarà questo il vero nodo da
sciogliere dopo il “referendum” domenica sulla Crimea: l’improbabile segretario
di Stato Kerry non ha convinto i colleghi europei.
In particolare, cosa curiosa, Kerry
non ha convinto il Foreign Office. Che invece è sempre stato finora in prima
linea contro la Russia, anche dopo la caduta del sovietismo.
“La prova di una politica è come
finisce, non come comincia”, Kissinger burbero aveva ammonito dieci giorni fa
un sornione Obama. Che ora ha pronta la fine. Il conto è enorme degli
interessi europei a rischio per non si sa bene che cosa – a Londra, a Forte dei
marmi, in Svizzera naturalmente, e nella Germania tutta, dall’ex cancelliere
Schröder in giù. Mentre l’integrità territoriale dell’Ucraina non è
(formalmente) minacciata. E a Kiev c’è un regime di non si sa chi per non si sa
che cosa.
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