Si stava meglio
quando si stava peggio? La Cia era meglio dei volpini dell’M15 britannico e del
Deuxième Bureau francese, che ci portano da vent’anni a fare guerre a perdere?
Giustificandosi col chiamarle guerre umanitarie, per il diritto e la libertà dei
popoli, che invece non c’entrano nulla?
Non è vero
naturalmente. La Cia ci ha portati, sempre nei vent’anni, in Afghanistan e in
Iraq, guerre senza senso, dopo la Serbia. Ma che dire dell’Egitto, della Libia,
e per un pelo della Siria? E ora dell’Ucraina? Dopo i subdoli tedeschi, che
provocarono il bagno di sangue jugoslavo per annettersi la Slovenia e la
Croazia. Bella nomea si sta creando l’Europa liberatrice, di disastri.
C’è nostalgia di
Yalta, che si celebra in anticipo, come
se ne ricossero i settant’anni, anticipandola di un anno, al febbraio 1944. Per
non poter dire bene di Putin. Due incongruenze, che però mostrano da che parte
sta il fiuto, il favore popolare. Per non dire di Julia Tymoshenko, l’eroina dei
liberatori, che ha pratica di mondo e corre a Mosca.
Far morire gli
ucraini per l’Europa? È ridicolo. L’Europa se ne rende conto, che si aggiorna
alla settimana prossima. Quando l’avventurosa Julia, la monopolista del gas
(russo), avrà ristabilito la verità della storia. O l’Ucraina sarà spartita?
Per la libertà di chi?
La diplomazia,
di cui l’Europa si vantava di possedere l’arte, è da tempo abbandonata. La Ue la
politica estera la lascia alla baronessa Ashton, un’incompetente e un’incapace.
I governi europei ad altri incompetenti, anche se più giovani e graziosi,
Mogherini per Renzi, il ventisettenne Kurz, un bambolotto, per la grande coalizione
di Feymann in Austria.
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