mercoledì 5 marzo 2014

L’Oscar all’antipatia, donna, cinquantenne

Cate Blanchett che prende il testimone dei premi Oscar da Meryl Streep è un segno sinistro: nel matriarcato americano la cinquantenne è antipatica a tutti, oltre che a se stessa. A Woody Allen per le note biografiche, ma anche alle centinaia di giurati degli Oscar, evidentemente. Non sa essere madre, né moglie, né amica, in questo caso nemmeno sorella, ipocondriaca, supponente, egoista, un’idrovora, insaziabile, insensibile. Forse nemmeno psicopatica.
Woody Allen ha creato infine, non volendo?, la tragedia greca di tanti suoi scherzi. Premiato dall’esito, oltre che dall’Oscar, per avere osato: le sue identità smarrite, un po’ innocenti un po’ bugiarde, le ha ulcerate in Jasmine-Blanchett. Su uno fondo sociale alla Altmann, o alla Tennessee Williams, della way-of-life in bella e brutta copia, seducenti e repellenti, ricchi e poveri ugualmente stolidi, nell’etica e negli affetti.
Woody Allen, Blue Jasmine

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